Croce tra fascismo e antifascismo saranno notevoli per gli ulteriori sviluppi della posizione del pensatore. Essendo la storia la nuova legge ordinatrice dello spirito, Croce orientò necessariamente i suoi interessi verso quei pensatori che, in un modo o nell'altro, hanno contribuito ad arricchirla. Il suo problema centrale divenne, in altri termini, quello di articolare la storia compiutamente, con degli scavi in più direzioni, evitando che essa perdesse i contatti con la vita, cadendo nel messianismo. Nel contesto tipicamente italiano Croce ritenne che tanto Vico che Machiavelli avessero contribuito a dare un mordente fondamentale alla sua concezione della storia e sprovincializzare quindi la vita culturale del nostro paese. Il saggio del 1911 sul Vico, scritto quando Croce aveva ormai quasi completato la sua filosofia dello spirito, è esemplare ai fini dell'arricchimento della sua concezione storiografica. Se Hegel, con il suo nucleo strutturale, aveva contribuito all'impianto delle giunture concettuali delle categorie crociane, il Vico, con la sua concezione della storia come esaltazione attraverso i tempi dell'esperienza umana, ne definiva la ricchezza delle articolazioni. Lo storicismo crociano acquistava, con la lezione vichiana, finezza d'intuizione proprio sul terreno di un discorso tipicamente nazionale. Dal Rinascimento fino ai nostri giorni, allorché Croce metterà mano alle sue complesse opere storiche, il'angolazione vichiana, nella varietà dei risvolti storici così come furono interpretati dal pensatore napoletano nel saggio del 1911, sarà alla base del suo modo di approccio degli eventi. Il nome di Machiavelli è collegato anch'esso agli studi crociani su Hegel e su Marx, e all'elaborazione complessa della sua filosofia dello spirito. L'esaltazione dell'esperienza umana, i rapporti di forza indagati sul terreno di un robusto realismo, come conseguenza del carattere mondano della concezione filosofica di Croce, legano il pensatore napoletano al maestro del naturalismo politico italiano, appunto a Niccolò Machiavelli .. La politica come forza è, per Croce, una delle componenti dell'esperienza umana. Il suo antigiusnaturalismo, la propensione fortemente antidemocratica del suo spirito, sono la conseguenza logica della polemica del filosofo contro quelle che egli considera astrazioni intellettualistiche. Il realismo politico è uno dei tanti aspetti del mondo fatto dagli uomini, del perenne fluire della vita, è l'espressione della dialettica dei distinti che, non permettendo cristallizzazioni metastori:- che, non consente neanche il limbo metapolitico. Vico e Machiavelli integrano, sul terreno della complessa problematica crociana, Hegel e Marx. Sorel, Bergson e Nietzsche sono i _pensatori che Croce fa circolare per contribuire a sprovincializzare il clima culturale italiano. Anche in questo caso, l'apertura crociana agli stimoli di questi stu77
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