Nord e Sud - anno XIX - n. 148 - aprile 1972

Argomenti Ricordiamoci che l'Europa occidentale, per la copertura del suo fabbisogno energetico, dipende per oltre il 50% dalle importazioni di petrolio, in massima parte provenienti dal Medio Oriente e dall'Africa settentrionale, e che anche il Giappone dipende in misura ancora maggiore, e cioè per oltre il 60 %, da tali importazioni ed in primo luogo da quelle provenienti dal Medio Oriente. Questa situazione ha conferito una grande forza contrattuale ai paesi nei cui territori si trovano i maggiori giacimenti petroliferi - per i quali i proventi procurati dal petrolio possono costituire una valida fonte di mezzi per uscire dal sottosviluppo -, che hanno compreso l'importanza della carta che hanno in mano e l'hanno fatta pesare sempre più, soprattutto dopo la costituzione dell'OPEC 21 , nelle loro trattative con le compagnie petrolifere occidentali. Quello della politica commerciale con i paesi produttori di petrolio è un problema intricato; comunque, la nuova « Europa dei Dieci » non potrà eluderlo all'infinito. Anche perché il suo fabbisogno sta conoscendo un notevole incremento che, secondo ragionevoli previsioni, potrà essere solo in parte coperto dalle estrazioni di petrolio dai giacimenti del Mare del Nord. E l'Europa non è nelle condizioni degli Stati Uniti, che dipendono solo in piccola misura dalle importazioni e che, con lo sfruttamento dei giacimenti dell'Alaska potrebbero, probabilmente, riacquistare la loro totale indipendenza, né in quelle dell'Unione Sovietica, largamente autosufficiente in materia di idrocarburi. Una riduzione forzata delle importazioni di petrolio dell'Europa occidentale, con ripercussioni incalcolabili per l'economia dei paesi che ne fanno parte, potrebbe essere provocata sia dalle decisioni dei paesi produttori - o anche semplicemente di qualcuno di essi -, sia da una minaccia di ordine politico-militare. È scontato che il contrasto fra americani e sovietici nell'area mediterranea-medio orientale ha anche, come posta indiretta, il controllo delle principali fonti di energia alle quali l'Europa è costretta a rivolgersi. Vi sono peraltro da considerare ancora due ipotesi, legate entrambe ai traffici marittimi, e quindi in primo luogo ai traffici petro21 L'OPEC, costituita nel 1960, comprende dieci- paesi - Iran, Iraq, Arabia Saudita, Kuwait, Abu Dhabi, Qatar, Libia, Algeria, Venezuela e Indonesia - che, sebbene retti da regimi differenti e sebbene diversamente orientati in campo internazionale, hanno trovato dei punti di intesa in relazione alle loro fondamentali coincidenze di interessi che si riassumono, per tutti, nella necessità e nell'opportunità di accrescere le entrate provenienti da quella che è la loro principale fonte di reddito. 47

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