Nord e Sud - anno XIX - n. 148 - aprile 1972

Sergio Talia tino L. 60 per andata e ritorno, pagherebbe nulla la mattina e L. 100 per la sola corsa di ritorno. Secondo i calcoli dell'Azienda, un provvedimento del genere porterebbe ad un incasso complessivo superiore· all'attuale dell'80% e permetterebbe di far fronte ai maggiori oneri derivanti dalla rivalutazione delle competenze accessorie. L'Azienda di Roma infine, a titolo sperimentale (per verificare fino a che punto sia possibile «disincentivare» l'uso dei mezzi privati) ha concesso dal 1 ° al 7 gennaio scorsi il trasporto gratuito a tutta la cittadinanza ed ha collegato questo esperimento ad una rilevazione tendente essenzialmente ad individuare le linee più frequentate. Siamo, dunque, di fronte a tre proposte: la pri1na di ampio respiro; la seconda del tutto strumentale, tendente all'aumento degli incassi; la terza difficilmente valutabile, essendo il frutto di un esperi1nento probabilmente poco utile e comunque scarsamente indicativo, dato il periodo particolare in cui venne effettuato. L'idea della gratuità del trasporto pubblico si può connettere alla concezione di questo servizio appunto come di interesse generale e, quindi, da pagarsi con una imposta invece che con una tariffa. Tale concezione, del resto, è già entrata comunemente nella pratica italiana, e non solo in questa, attraverso la limitazione del prezzo del trasporto e la conseguente copertura del disavanzo, dovuto al così detto costo sociale, da parte della mano pubblica. In Italia, ci troviamo da una parte di fronte ad una « tariffazione politica» del trasporto in genere, e dall'altra parte di fronte ad una ulteriore differenziazione, con tariffe privilegiate per alcune categorie di utenti. Ora, a parte ogni al tra considerazione, parlare oggi di prezzo del trasporto in termini monetari convenzionali è completamente al di fuori della realtà. Infatti l'utente, consciamente o inconsciamènte, scegliendo questo o quel mezzo di trasporto calcola un ammontare totale che è costituito, oltre che dal costo del biglietto, dal «costo» del tempo di percorrenza e da quello delle diverse altre operazioni, quale la difficoltà di parcheggiare le automobili, tutti costi difficilmente quantizzabili. E poiché il costo del biglietto è in generale molto basso in relazione agli altri costi, la sua diminuzione o il suo annullamento risulta pressoché irrilevante nel condizionare la scelta tra il mezzo pubblico e quello privato. Dunque, la gratuità del trasporto non avrebbe da sola grossi effetti nel rendere più agevole la circolazione. Né è da presumere che la gratuità dei trasporti esaudisca una domanda latente non in grado di sopportare le tariffe attuali, perché queste sono tanto basse da non porre seri problemi economici all'utente. C.ome si è detto, la gratuità dei trasporti non sembra la via più efficace per scoraggiare l'uso del mezzo privato a favore di quello pubblico e quindi per risolvere il problema del traffico nelle aree urbane. Tale soluzione è legata piuttosto all'attuazione di una politica dei trasporti che renda il mezzo pubblico competitivo rispetto a quello privato. 32

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