Una dichiarazione di fallimento Tutte queste cose Norberto Bobbio, che è stato un protagonista delle vicende della cultura italiana del dopoguerra, le sa benissimo: come sa benissimo che il « grande rifiuto » del 1968 - che riteniamo essere alla base della sua attuale crisi di sfiducia - è stato portato avanti da giovani ai quali della nostra migliore tradizione culturale - quella di Cattaneo, di Labriola, di Croce, di Gobetti, di Einaudi, di Salvemini - non era mai stato detto nulla o quasi, preoccupati come erano i nostri maltres à penser di non essere accusati dì passatismo, di tradizionalismo, di oscurantismo culturale; preoccupazione che li portava a inseguire le mode culturali per non perdere l'aggancio con i grossi centri editoriali, con i detentori del potere, i quali, sia su di un versante che sull'altro, respingevano proprio quella tradizione. Certo non sono queste - o non soltanto queste - le cause degli avvenimenti del 1968; ma personalmente non saremmo portati a sottovalutare quest'ultimo punto. La « sbornia sociologica » che ha colpito la cultura italiana del dopoguerra - i cui silenzi e le cui viltà sono ancora tutti da raccontare - non poteva che produrre gli effetti che ha prodotto. Tutto questo adesso induce Bobbio a « smilitarizzare», come ha detto Piovani, a dichiarare di non avere più fiducia nella « libertà » e nella « scienza » le quali (ma non lo sapevamo già?) possono essere usate « per il bene e per il male, tanto per il benessere dell'umanità quanto per la sua rovina». Non sappiamo quale alternativa Bobbio voglia indicare: perché non può essere certo un'alternativa quella di ritenere « difficile, ingannevole, e talora inutile, il mestiere di uomini liberi » proprio in un momento in cui, come Bobbio stesso dice, sembra che « stiamo perdendo la libertà ». Ma la fuga dalla realtà non libera dalla realtà: per cui bisogna avere il coraggio di capire dove si è sbagliato, di ammetterlo e di ricominciare. Non è il momento in cui si possa piangere sul latte versato, né quello di proclamare orgogliosamente « noi l'avevamo detto». E che occorra ricominciare, anche Bobbio lo sa benissimo; e, - cosa veramente strana viste le premesse da cui è partito - lo ha detto senza esitazioni: « eppure, se abbiamo ancora qualche speranza di uscirne, è perché continuiamo a credere, nonostante tutto, che una via d'uscita ci sia; e il trovarla dipenda pur sempre dalla tenacia e .dal rigore con cui ad ogni epoca, con nuovi mezzi e in nuove forme, ma non dimenticando gl'insegnamenti del passato, ogni generazione prosegue e rinnova la battaglia per la libertà e per la verità ». GIROLAMO COTRONEO 13
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