Manlio Di Lalla serenamente fermo alla sua società agricola e preindustria,le, ancorato al suo polo della logica. Con la bufera quindi della guerra mondiale, quando tutti gli equilibri vengono messi in movimento, la nuova realtà, scossa da nuove contraddizioni, presenta il rendiconto. Croce rimane imperturbabile, convinto che si tratti di un semplice temporale, dopo il quale torna il sereno, lo stesso cielo limpido che precedeva la tempesta 45 • Il suo atteggiamento, mentre quasi tutti perdevano la testa, è infatti di olimpica serenità. L'internazionale degli studiosi, di cui si è fatto a più riprese settatore, è la 1nisura del suo distacco. Ma non così reagiscono i giovani intellettuali che si sono nutriti in parte della temperie che lo stesso Croce ha fatto circolare. Molti di loro, più moderni del n1aestro sotto tanti aspetti, vanno quasi anticipando il senso delle trasformazioni in atto, ma rischiano di pagare molto cara questa anticipazione, con uno storicismo che sa poco di corposo e molto di etereo, proprio perché la corsa in avanti è stata spinta troppo. Il dopoguerra, quando m.olti valori verranno messi in discussione, sarà lo sbocco di una dialettica serrata tra lo storicismo vitalista di molti allievi di Croce, successivamente fascisti o antifascisti, e la complessa problematica del pensatore che, come vedremo, dovrà impegnarsi in una verifica costante dei propri risultati per non farsi distanziare dalla vita. Con la fine della guerra 15-18 Croce si augura, come del resto altri intellettuali, che le cose si chiariscano e che l_avita pubblica italiana si razionalizzi. Negli anni 20-21, egli coltiva ancora l'idea che occorra un partito di uomini di buona volontà per consolidare gli equilibri politici. È chiaro che Croce guarda sempre all'Italia prebellica, con un occhio rivolto alla Destra storica come modello ideale. Di fronte agli equilibri sconvolti del dopoguerra e all'esasperazione degli animi, Croce auspica tuttavia un po' di freschezza nella vita pubblica, ad opera di forze nuove e giovani. Questo spiega il suo atteggiamento nei confronti del primo fascismo: un atteggiamento che è di bonomia e, spesso, di paterna indulgenza verso la sua iniziale foga. Croce considera il fascismo come un'applicazione sul piano politico del futurismo, come un movimento volitivo e piazzaiuolo, in grado di generare violenza che, 1n · 45 La pos1z10ne del Croce durante la grande guerra ha costituito l'oggetto di una molteplicità di attacchi. Non è questa la sede per sintetizzare una rapida rassegna di tali attacchi. Possiamo solo aggiungere che soprattutto i fautori del prefascismo del Croce hanno sottolineato i suoi scritti durante la guerra come documenti compromissori per i loro attacchi alJa guerra così come era considerata dai democratici. 98
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