Girolan10 Cotroneo i11soluta la questione di fondo, cui accennav~ Spiriosa, su che cosa debba intendersi per « socialismo », costituendo oggi quest'ultimo « un largo spectrum ideologico » il quale abbraccia in sé diverse (e spesso contrastanti) concezioni del socialismo stesso. Ne viene q_uindi, dal modo stesso in cui l'« Ulisse» ha preferito impostare il problema, che ci troviamo, nell'arco che genericame11te chiamiamo di sinistra, di fronte a due concezioni: da una parte diverse forme di ·socialismo, le quali avrebbero tuttavia in comune la radice marxiana, anche se variamente interpretata; dall'altra parte la socialdemocrazia europea, che viene considerata fuori dell'ambito socialista, dal n1omento che per essa, come ha scritto nel suo intervento Lelio Basso, « il socialismo non rappresenta neppure più una prospettiva lontana », essendo stato « ufficialmente sepolto molti anni fa al congresso di Bad Godesberg »; per cui oggi essa si presenterebbe apertamente « come un momento necessario dello sviluppo capitalistico, come l'altra colonna portante del sistema accanto ai grandi monopoli ». Non saremo certo 11oi a considerare valida questa discriminazione, né a credere che con il marxismo a Bad Godesberg sia stato « messo in soffitta » anche il socialismo. Comunque è certo (proprio per i durissimi attacchi contro il laburismo inglese e contro la socialdemocrazia nordeuropea) che il dibattito sviluppatosi sulle pagine di questo numero dell'« Ulisse » è interno al socialismo di ispirazione marxiana e leniniana, considerato quindi come l'unico socialismo possibile. Prendiamo ad esempio l'intervento di Lelio Basso. La chiarezza e la lucidità che lo distinguono, il coraggio, diremmo, con cui sostiene certe posizioni eterodosse 11ei confronti dei marxisti più o meno « ufficiali », non impediscono tuttavia di individuare in esso il vizio metodologico su cui è poggiato. Sostiene infatti Basso « che la dottrina che va comunemente sotto il nome di marxismo no11 è il reale sviluppo del pensiero di Marx, ma piuttosto una sua deformazione ». Questa premessa gli consente di esprimere ampie (e talvolta durissime) riserve sull'odierna organizzazione degli Stati socialisti, oltre che sulla strategia dei partiti marxisti dei paesi occidentali. Dopo avere delineato quali, a suo avviso, siano le autentiche linee generali del processo rivoluzionario come fu inteso da Marx (ma queste linee - che qui sarebbe troppo lungo riepilogare - sono veramente il marxismo ài Marx o non piuttosto quello di Basso?), dopo l'enunciazione di queste li11ee, dicevamo, Basso osserva cl1e gli epigoni di Marx, soprattutto Kautsky e Lenin, ne 26 Bibiio,ecaginobianco
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