F'rancesco Co1npagna del PSI, a dichiarare che « lo svolgimento d~ll'intera vicenda presidenziale » l1a proposto ai socialisti « motivi seri di riflessione sulla loro strategia politica ». E certamente, è dalla « riflessione » dei socialisti che ci si può attendere un raddrizzamento della situazione e una risposta SL1llapossibilità del centro-sinistra di ricollegarsi alle promesse che non ha sapL1to mantenere e cl1e erano promesse di una diversa e migliore qualificazio11e dello sviluppo economico rispetto a quella che negli anni del centrismo aveva dato luogo a nuovi squilibri, senza che ne risultassero sanati i più antichi. Risulta evidente comunque che la dichiarazione di Craxi ha voluto esprimere, tempesti, 1amente ancl1e se cautamente, un rilievo critico nei confronti della strategia - e naturaln1ente anche della tattica - di Mancini e dei suoi collaboratori, che fino all'ultimo giorno si erano spavaldamente ritent1ti vincitori del torneo presidenziale. E d'altra parte, la strategia manci11iana per il torneo presidenziale no11 costituiva l1na eterogenea varia11te, ma u11a logica ed omogenea conseguenza della strategia imposta al PSI fin da quando si è costituita la « 11uova maggioranza», con l'emarginazione degli autonon1isti, e fin da quando è stata elaborata la tesi degli « eq_uilibri più ava11zati ». Per quanto riguarda, comunque, questa strategia applicata alla vice11da presidenziale, è rimasto come documento significativo l'articolo che Mino Monicelli ha pubblicato su « l'Espresso » proprio 11el gior110 della stretta, quando sj era affacciata là candidatura del sen. Leone. Monicelli ha scritto, infatti, che « poiché le sinistre aveva110 già 1nanifestato il loro veto sia a Fanfani, sia a candidature tipo Run1or, che ne fossero equivalenti, non restavano, dunque, per via di esclusione, che due candidati possibili: o Moro o Nenni ». Ma Mo11icelli non si dimostra soltanto convinto che nell'uno e nell'altro caso « il successo dell'operazio11e Mancini pareva assicurato» (e lasciandosi andare alle suggestioni delle immagini marziali paragona Mancini 11ientedimeno che a Pétain davanti a Verdun); egli definisce esplicitame11te la elezione di Moro con1e la « soluzione ottimale » dal punto di vista dei socialisti: « ottimale », ovviamente, rispetto a quella rapprese11tata dalla possibilità che venisse eletto Nenni, l'uomo che la « 11uova maggioranza» aveva emarginato fin dal 1969. Del resto, da q11alche giorno, solerti portavoce di Mancini erano andati trionfalisticamente affermando nel Transatlantico di Montecitorio che, come a Fanfani era stato contrapposto De Martino, così a Rumor, o a Leone, sarebbe stato contrapposto Nenni. Con questa candidatura di neutralizzazione, il punto di arrivo non poteva es10 Bibiio~ecaginobianco
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