I Il PCI scopre l'Europa i comunisti dinnanzi alla evidente utopia ed alla palese contraddit-- torietà demagogica delle loro sortite internazionalistiche. ~en debole, su questo terreno, la presentazione di forza « di governo » pretesa da Amendola a sigillo del convegno romano. Ma no11 si fermano qui i rilievi di irrealismo e contraddittorietà. Il PCI - è da supporlo - si occupa finalmente della integrazione europea anche a causa del travaglio ideologico cui lo han110 sottoposto le n1olte prove dell'imperialismo sovietico. Sarebbe, cioè, perfettamente logico che l'approdo ad u11a concezione at1tonoma del proprio rapporto con l'Europa comunitaria prover1isse dalla sfiducia nel modello « europeo » prodotto ed imposto dal PCUS (la teoria della sovranità limitata, in altri termini). Sarebbe ancora logico che il PCI concepisse (qui oltretutto in accordo con gli interessi nazionali all'indipendenza del nostro paese, che esso pretende di difendere più di ogni altro partito) un'Europa democratizzata e aperta a « sinistra » sì, ma collocata in un sistema di eqt1ilibri internazionali tali da lasciarla al riparo dalla dottrina della sovranità li1nitata. Invece, per concretarla in pochi punti, ql1al'è la concezione del PCI? Gli elementi essenziali si possono così riassumere: 1) una realtà istituzio11almente divisa tra un Parlamento a elezione diretta, campo di manovre e propaganda, ed un esecutivo bloccato nello sviluppo delle politiche « comuni » (unica misura della crescita sovranazionale europea); 2) una realtà politicamente scioglientesi, in n1aniera progressiva ma sicura, in una utopistica fusione con un sistema politico-econ.omico diametralmente opposto, e con l'esclusione definitiva degli Stati Uniti d'America dalla propria sfera di alleanze. In base a questa visione - e se non è esatta, si affrettino i co~ 1nunisti a precisarne un'altra - l'Europa è destinata a scomparire come forza che gioca un ruolo nell'equilibrio internazionale e anzi, poiché tale ruolo è, in attesa della costruzione sovranazionale, legato alla garanzia politico-militare americana, inevitabilme11te destinata a scomparire del tutto. D'altro canto l'ipotesi non è di quelle che sconvolgano gli << europeisti » del PCI, tanto è vero cl1e, facendo un bilancio del convegno del CESPE, Luca Pavolini, sull'« Unità» (30 novembre) difendeva « una prospettiva che, partendo dalla concreta sitt1azione di oggi, assicuri al continente un avvenire coesistenziale nel quale ogni paese sia in grado di determi,zare il proprio assetto secorzdo i propri interessi e le proprie scelte». Ecco l'eredità dell'interesse nazionale unita .alla visione della via nazionale al modello socialista; ecco la finta concretezza che si prolunga nella più inverosimile illusione quando (citiamo la ~tessa fonte) propone che 11 Bibiiotecaginobianco
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