I Le industrie della Valpescara del Consorzio per l'Area industriale e durante il quale, appunto, si creano le premesse per l'espansione successiva. Nel 1951, secon,do i dati del primo censimento industriale del· dopoguerra, a Chieti le unità locali sono 491 e gli ad·detti alle attività industriali 2631, su una popolazione co1nunale di 40.534 abitanti. Prevale naturalmente su.gli altri il settore delle costruzioni, seguito ,da quelli della carta e del tabacco,. Gli altri settori rappresentati so110 il meccanico, l'alimentare, qt1ello dell'abbigliamento e quello della trasformazione ·dei minerali non metalliferi. Questi ultimi tuttavia si differenziano profo-ndamente dai setto 1ri più rappresentativi (carta e taba·cco ), soprattutto per le dimensioni ancora artigianali della maggioranza delle . imprese. I valori assunti dal rap-po,rto- a:ddetti/unità locali sono tutti particolarmente bassi, fatta eocezione, appunto, per le in-dustrie della carta e del tabacco. Queste, che sono soltanto due, raccolgono il 30% di tutti gli addetti alle industrie manifatturiere. Le aziende con più di 50 addetti sono appena tre, dovendoiSi aggiungere alla CELDIT un tabac,chificio (S.I.T.) ed uno zuccherificio, la cui occupazione peraltro l1a soprattutto carattere stagionale. Nel 1961, ad una lieve riduzione del numero delle unità locali - che passano da 491 a 447 - corris.po 1 nde un aumento di oltre 1.000 ad-detti all'industria; questi in tal mo·do diventano, 3.700 su una popolazione comunale di 45.356 abitanti. Il settore che si è più avvantaggiato dell'espansione è quello cartario·, che ha ra·ddoppiato gli addetti, raggiungendo quindi quello delle costruzioni; quest'ultimo, ha registrato a sua volta, insieme ai settori ,del legno e della trasformazione dei minerali non metalliferi, notevoli incrementi produttìvi ed occupazionali, dovuti all'espansione edilizia sia della città alta sia dello Scalo, che ha ormai raggiunto i 5.716 abitanti. Un processo di razio,nalizzazione ha inoltre investito i settori meccanico, del legno e ,della trasformazione dei minerali non metalliferi, nei quali più che negli a'1tri si 11:otail fenomeno dell'au1nento degli addetti acco-mpagnato da una riduzio-ne delle unità locali. È quindi po1ssibile registrare un salto di qualità sotto l'aspetto dimensionale dell'intera struttura industriale: il rap-porto medio fra addetti ed unità loca-Ii passa, infatti da 5,3 (anno 1951), a 8,2, raggiungendo un indice pari a quello nazionale e doppio rispetto a qt1ello regionale (3,9). Tale indice inoltre, corne ab-biamo visto, sarà raggiunto a Pescara solo• 11el 1966. Le aziende con più di 50 dipendenti sono1 salite a sette, di cui una con oltre 700 dipen,denti (CELDIT) ed altre due con 01 ltre 100 dipendenti (SIT, zuccherificio). È da rilevare infine l'ingresso 1 nel gruppo di 117 • Bibii·otecaginobianco
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