Nord e Sud - anno XVIII - n. 143 - novembre 1971

... Michele Ributti folle, non già della virtù politica ... » 19 ), ma non comportava necessariamente l'obbligo di asservire la verità all'interesse del proprio paese. Il do1 vere dell'intellettuale in guerra era, pertanto, per il Croce quello di servire lealmente la Patria, da un lato, e di non inventare teorie per avallarne ideologicamente le azioni o gli errori, dall'altro. ·Concezio,ne ben -diversa, quindi, ·da quella di Romain Rolland, auspicante il neutralismo asso1uto degli intellettuali uniti in una sorta di Repubblica del pensiero, al di fuori ed al di sopra dei conflitti nazionali e delle pene del mondo. Ben diversa da quella di tutti quegli scienziati e filosofi, italiani e stranieri, che, esaltando la cultura nazionale e denigrando quella del nemico, eccitavano gli animi e presentavano la guerra come la lotta tra civiltà e barbarie, tra latinità e germanesimo 1 • Coerentemente, per tutta la durata della guerra, Croce co•ntinuerà a rivendicare i valori della cultura tedesca ed a polemizzare aspramente contro coloro, fautori « della psicologia dell'odio » ( è appu.nto il titolo di un suo scritto del 1916), che vedevano nel nemico il discendente degli Unni, nemico dell'arte, della civiltà e di ogni virtù. Davanti al « tradimento dei chierici » che arrivava ad impedire persino la libera attività dei professori tedeschi in Italia, Croce levò le sue ferme proteste e ribadì sempre il suo proifo1 ndo disprezzo: « l'odio contro la formazione naturale, qual è un popolo, non solo è fantastico e fanciullesco, non solo è inutile perché vuoto, ma è altresì direttamente immorale, nascendo da bassa passione, simile a quella che suole dettare parolacce e bestemmie » 20 • · La posizione ,di chi s'impegna a servire lealmente il paese, e non vuole, co11ciò, perdere la sua autonomia di pensiero, e di giudizio, è però, ognuno se ne avvede, tanto nobile nell'enunciazione quanto difficile da vivere e mettere in pratica. Durante tutto il periodo della prima guerra mondiale, Croce visse, e dobbiamo ritenere senza troppe difficoltà, coerentemente alle sue idee; il che testimonia chiaramente come per lui quella guerra, indipendentemente dal risultato, non mettesse in discussione nessuno dei principi universali per l'affermazione dei quali egli aveva lottato e in cui credeva. L'esperienza del fascismo, prima, e, in misura molto maggiore, la seconda guerra mondiale avrebbero sottoposto ad un ben più severo collaudo la conciliabilità della filosofia di Croce con la vita. La seconda guerra fu veramente l'urto tra due mondi, tra due modi di concepire la vita, la storia ed i rapporti 11mani: quel conflitto fra ci19 B. CROCE, Contro l'astrattismo ed il materialismo politici, cit. 20 B. CROCE, La psicologia dell'odio, in L'Italia dal 1914 al 1918, cit. 82 Bibliotecaginobianco

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