Nord e Sud - anno XVIII - n. 143 - novembre 1971

. Sardegna: radiografia di una crisi potere regionale, non costituirebbe - qualunque fosse la formula adottata - un successo della sinistra; proprio perché avverrebbe al di fuori di una strategia politica che miri al raggiungimento di obiettivi precisJ, in termini, innanzitutto, di differenti equilibri sociali. In assenza di cjò si resta - sotto la spinta episodica e disordinata dell'urgenza di problemi particolari e settoriali - alla gestione del potere per il potere, al rincorrere i problemi anziché prevenirli, al continuo ricercare i modi formali, cioè le formule di sempre, per continuare a controllare una società che si evolve, in definitiva, in senso spontaneo. 5. Emerge, qui, con chiarezza il motivo di fondo della crisi attuale e, tutta intera, la responsabilità che in questa crisi può essere attribuita alle forze di sinistra: non si può continuare ad evitare un cl1iarimento definitivo sui significati politici e culturali, prima che economici e sociali, di una programmazione dello sviluppo. Non si può, in altri termini, continuare a ritenere di poter programmare lo sviluppo rimanendo nel campo del generico e attuando scelte settoriali slegate da un più ampio disegno politico ed istituzionale. Non si può, ad esempio, come hanno fatto sinora implicitamente tutte le forze politiche, ritenere di fare della programmazione, restando aderenti alla vecchia formula dei meccanismi spontanei, in base ai quali l'industrializzazione sarebbe di per sé sinonimo di sviluppo. E non lo si può tanto più dopo che le numerose esperienze in materia dovrebbero aver insegnato che, senza interventi più organici, la sola realizzazione di u11a fabbrica non costituisce un fatto di crescita civile e sociale. I problemi relativi alla « qualità della vita » e, perché no, alla stessa « qualità del lavoro » pongono in termini perentori la necessità di programmare, assieme alle fabbriche, anche ciò che vi avviene « intorno » e, addirittura, ciò che vi avviene « dentro ». Si aggiunga che industrializzare la Sardegna vuol dire rifo1 rmare nella sua strt1ttura, nei suoi presupposti culturali e nei suoi atteggiamenti civili tutta la società isolaria; vuol dire accentuare la spinta verso i valori o i modi di vita tipici della città; vuol dire far crescere nel corpo sociale nuovi ceti che nella società industriale si riconoscano e trovin.o spazio ed occasioni; vuol dire, in sintesi, .integrare - senza tra1uni, ma in u11a continuità storica - la Sardegna nella cultura, nei valori, nei meccanismi economici delle società industriali occidentali, dai quali l'isola era finora rimasta emarginata. L'industrializzazione, quindi,. non può risolvere i problemi della Sardegna, se non la si porta avanti nel quadro di un disegno politico generale. Occorre decidere quale è la concezione dello sviluppo, agricolo da 67 · Bibliotecaginobianco

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