Giornale a più voci contemporanea ha avvertito il mutamento di esigenze connesso, con il pro-- cesso di svilup,po tecnologico, mettendo 1 in evidenza l'aumentato fab·bisogno di spazio pro capite non solo ai fini residenziali, ma ancl1e per la produzione, i servizi, i trasporti e il te1npo libero (cfr. GHIO-SIMONCINI, Aspetti territoriali della politica turistica, Relazione al Convegno nazionale dell'INARCH, Roma 1965). Non solo per l'incremento demografico, quindi, si determinano rilevanti problemi, ma anche per l'espansione dei consL1mi individuali di beni come Io « spazio», l' « acqua », il « verde », dei quali diviene sempre più necessario disporre in modo razionale ed econo·mico. In· particolare, le esigenze della mo1derna società tecnologica, con elevati « livelli di vita urbana », provocano fenomeni di concentrazione demografica e produttiva nelle aree di pianura già congestionate. Oggi in Italia le aree di pianura sono occupate, 1nediamente, in ragione di 700 abitanti per kmq; in Belgio e in Olanda (paesi densamente ,popolati e dotati di territori totalmente pianeggianti) sono, rispettivamente, di 308 e di 371 abitanti per kmq. Ciò comporta l'esigenza di un atteggiamento estremamente prudente nei confronti dei consumi di ·spazio, che tenga conto: della necessità di conferire « aspetto e qualità turi-sticl1e agli stessi insediamenti permanenti urbani» (dai quali il turismo si genera oggi come fuga); della convenienza a localizzare nelle aree collinari, a ridosso della pianL1ra, i nuovi insediamenti residenziali, le nuove attrezzature terziarie e molti dei nuovi insediamenti industriali; della necessità di rimboschire e attrezzare per il tempo libero le zone collinari; dell'op-portunità di risanare e riqualificare i centri urbani minori (cfr. SEGRETERIA TECNICA DEL CRPE DELLA CAMPANIA, Le alternative dello sviluppo turistico nella regione, Napoli 1970). Occorre, jnoltre, tener presente che il piano turistico di una regio,ne è, a tutti gli effetti, un piano settoriale, una parte cioè del piano territoriale, il quale tende a promuovere e a coo,rdinare le strutture in cui si realizzano tutte le diverse attività econo·miche presenti sul territorio, e le infrastrutture adeguate ai servjzi. L'imp,ostazione di ·una politica regionale del turismo deve, perta11to, tener conto di un dup•lice ordine di problemi: quelli relativi all'assetto del territorio. Le scelte di politica turistica che la Regione dovrà fare costituiranno in sostanza la realizzazione, nel quadro 1 regionale, di quelle che sono le finalità generali dello sviluppo turistico nel nostro paese, così come sono· state indicate dai documenti di pianificazione a livello nazionale (Progetto 80, nuovo Piano economico quinquennale) e a livello regio,nale (Sche1ni regionali di sviluppo economico). Occorre, però, tener conto del fatto che nelle regioni in via di sviluppo (e questo è il caso delle regioni meridionali) la scarsità delle risorse destinate agli interventi nel settore turistico riduce le possibilità di un integrale perseguimento delle finalità individuate dai documenti di piano. Risulta, pertanto, necessario a livello regionale esprimere scelte prioritarie: quella, ad esempio, di eliminare il divario sul piano delle infrastrutture civili tra centri turistici sviluppati e centri da sviluppar~; o quella riguardante la 43 Bibiiotecaginobianco
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