Marco Giardina ricerca» e « ricerca ». Fatta eccezione per gli interven_ti predisposti per i prossimi anni - interventi per lo più di natura settoriale --, non si scorge alcun tentativo per definire una effettiva « politica della ricerca», o per indirizzare l'evoluzione del settore non solo nel senso dell'espansione quantitativa, ma essenzialmente nel senso dello svilup•po qualitativo. Per djrla in breve, manca finora una corretta impostazione del problema dell'intervento dello Stato nel campo della ricerca scientifica organizzata. La questione non può essere affrontata se non inserendo il problema della ricerca in un discorso p,iù ampio, e cioè nel quadro generale della politica dello sviluppo. I programmi economici nazionali non danno, sull'argomento della ricerca, che i111dicazioni di massin1a, partendo dalla distinzione. fra la ricerca « fondamentale» e la ricerca « applicata», e sembrano voler potenziare le strutture universitarie più che quelle dei centri di ricerca « pilotata ». Occorrerebbe preventivamente analizzare la direzione e il significato delle trasformazioni economiche e sociali, in atto nel nostro paese, per fissare gli o•b 1 biettivi che la ricerca si deve porre; il progresso tecnico è infatti un elemento determinante dello svilUJppo. Dopo di che si potrà stabilire quali interventi effettuare sulle strutture della ricerca. Le difficoltà oggettive dell'acquisizione di un modello operativo di pianificazione della ricerca sono lo scoglio su cui si infrangono· i tentativi di coloro che parlano di organicità d.ella ricerca stessa; d'altronde la carenza di questo modello è alla base del gap tecnologico che separa la ricerca italiana da quella dei più progreditiJ paesi europei e sop1 rattutto da quella americana. Negli ultimi cinque a1111ila ricerca tecnologica italiana non ha conseguito alcun risultato significativo in termini di produttività, come si può rilevare da una attenta analisi del resoconto. per l'anno 1969 ·dell'attività del Comitato nazionale per le ricerche tecnologiche, pubblicato dal CNR. Proprio in quanto si ritiene che la ricerca sia un elemento dello svilup,po economico, si è avviata una politica di localizzazione nel Mezzogiorno dei centri di ricerca. Questa politica ha incontrato una serie di difficoltà che si possono riassumere nelle carenze delle « structures d'accueil »: reperimento del perso-- nale « quaternario », bibliotech~ generali e specializzate, università atte alla creazione di un retroterra culturale in grado di accogliere i nuovi istituti. E le difficoltà sono state aggravate dalla esigenza, propria della ricerca « organizzata», di espandersi su vaste superfici regionalL Comunque non v'è dubbio che la localizzazione della ricerca scientifica nel Mezzogiorno rispon,de a una necessità vitale dell'intera economia italiana. I centri di ricerca richiamano induttivamente investimenti direttamente p,roduttivi in ragione della loro capacità di creare, almeno in parte, l'habitat indispensaibile per le localizzazioni industriali. Il discorso è valido, o può esserlo, sia a livello oggettivo, ossia a livello della realizzazione di strutture fondamentali su base territoriale, sia a livello soggettivo, ossia a iivello della evo,luzione civile dell'ambiente: evoluzione stimolata tanto dall'attirvità di richiamo quanto dall'attività in·do,tta 40 Bibiiotecaginobianco
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