Nord e Sud - anno XVIII - n. 143 - novembre 1971

Enzo Vellecco delle imprese chimiche. L'ultima parte dello ~tudio è infine dedicata ad un esame dell'andamento borsistico e della situazione economicofinanziaria delle maggiori imprese italiane e straniere del settore. Oltre che per l'estensione della materia considerata, questa ricerca assume un significato del tutto particolare per il carattere organico ed esauriente delle sue analisi, che forniscono un serio contributo alla comprensione dei problemi complessi e tavolta contraddittori dell'industria chimica italiana. Nell'ultimo ventennio la nostra produzione si è pressoché quadruplicata ed oggi occupiamo una posizione di riguardo in campo europeo (5° posto) e mondiale (7° posto). In questo periodo la chimica italiana è passata dai processi per la fabbricazione dei soli prodotti inorganici a quelli della petrolchimica, ottenendo un numero sempre maggiore di prodotti intermedi e finiti mediante l'utilizzazione di poche materie prime, quali il petrolio, il metano, lo zolfo etc. Inoltre, l'ampliamento delle dimensioni produttive ha consentito l'este11sione su vasta scala dei nuovi processi. I risultati conseguiti assegnano all'industria chimica un ruolo propulsore nei confronti dell'intero apparato industriale, anche per le ulteriori pro- · spettive di crescita che essa offre. Nel corso di un convegno promosso nel marzo scorso a Roma dall'Assochimici, è stata rilevata la favorevole evoluzione che ha contraddistinto la chimica primaria e di base negli ultimi anni, nonché le possibilità di avviare un processo· di diversificazione, di ampliamento e di moltiplicazione delle imprese operanti nel campo delle successive trasformazioni (chimica secondaria). L'esame delle prospettive della chimica di base ha posto in luce che tutti i comparti di produzione saranno interessati da ulteriori e note,roli incrementi, anche se a un tasso di espansione inferiore a quello registrato nell'ultimo ventennio. Tali favorevoli previsioni sono peraltro legate a due obbiettivi che l'industria chimica dovrà perseguire: 1) adeguare i cicli produttivi alle dimensioni ottimali; 2) attuare miglioramenti q11alitativi attraverso la ricerca scientifica e tecnologica. Questo secondo aspetto è apparso essenziale: l'industria cl1imica nazionale necessita infatti di maggiori investimenti per la ricerca. Nel contempo, al fine di mantenere la competitività sul piano internazionale, si richiede agli organi competenti una maggiore azione di promotion sia verso i paesi della CEE (che assorbono solo un terzo delle nostre esportazioni), sia verso i paesi del Mediterraneo. 30 Bibiiotecaginobianco

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