Nord e Sud - anno XVIII - n. 143 - novembre 1971

Il governo e la congiuntura zione dovrebbe assolverla anche in futuro, pure i11presenza del piano quinquennale. Il periodo in cui essa cade dovrebbe forse convincere gli estensori ad una maggiore cautela s11lla misura quantitativa delle variazioni previste di alcune grandezze (cosa che non avvenne lo scorso anno) e ad essere invece più precisi ed espliciti circa le proposte operative che il Governo intende avanzare per il periodo a cui la Relazione si riferisce. Ov,,riamente nella Relazione si è ben consapevoli del fatto che le divergenze tra le previsioni ed i risultati conseguiti nel 1971 sono tali da non poter essere spiegate se no11 in minima parte con l'inesattezza dei dati sui quali era basata la Relazione dello scorso anno. Per citare il caso più evidente, la divergenza tra previsioni e realizzazioni è enorme per q11anto riguarda il tasso di crescita del reddito nazionale. Nella Relazione previsionale presentata l'anno scorso in Parlamento si ipotizzava per il 1971 un tasso di crescita del reddito nazionale del 6%; la Relazione di quest'a11no, come già abbiamo notato, non azzarda cifre in proposito, limitandosi ad osservare che, 11ella migliore delle ipotesi, la crescita sarà modestissima e dovuta in larga parte all'apporto del settore agricolo e del settore terziario. A giustificazione del contrasto tra le previsioni e i risultati si dice che l'aumento del reddito indicato nella relazione dello scorso anno era da intendere carne obiettivo e no11come previsione, tanto è vero che lo scorso anno si afferma,,a: « l'effettivo conseguimento di esso ( tasso di crescita del reddito) dipende dal verificarsi di alcune condizioni, su cui può in varia n1.isura in-fluire l'azione pubblica». Si tratta ora di esaminare quali sono le condizioni il cui verificarsi ha influenzato negativamente le vicende economiche italiane e quale è stato il r11olo in esse svolto dall'azione pubblica. Come si ricorderà, in precedenza abbiamo elencato i fattori che hanno determinato la mediocre prestazione del sistema economico e cioè: 1) crisi dell'attività edilizia; 2) riduzione degli investimenti dovuti a difficoltà di finanziamento; 3) carenza (o meglio espansione inferiore al previsto) di domanda di consumi privati. Per quanto riguarda il primo punto, le responsabilità maggiori sembrano da attrib11ire all'azione pubblica, la quale per tanti motivi (dalla ritardata approvazione della legge per la casa alla lentezza burocratica che ha ostacolato e ritardato la spesa dell'edilizia pubblica) non è stata in grado di assicurare una forte ripresa dell'attività edilizia; e· questo in una situazione in cui il problema della casa risulta ancora irrisolto per gran parte dei lavoratori. 21 Bibiiotecaginobianco

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