Nord e Sud - anno XVIII - n. 142 - ottobre 1971

Marisa Càssola che - e nascondigli. C'è chi sopravvive»). Un altro aspetto tip1 ico dii Satura è la tendenza alila sentenziosità, che porta Montale a definire in mas,sime taglie11ti certe malattie dilaganti nella società attuale, come l'autolesionismo e il gusto per la crudeltà, oppure la mania per i luoghi comuni, che sfilano come in un delirio nella djvertita rassegna di Fanfara. Al gruppo deglii scritti di demistificazi·one appartengono anche alcuni compo,nimenti che accennano la formulazione di una poetica, o megl~o di un'antipoetica, in quanto lo scrittore viene rappresentato come trarnite inconsapevole di un messaggio di cui non conosce la cifra e la portata; sembra quindi che Montale prenda gusto a distruggere anche l'immagine di sé che aveva porto nelle precedent~ stagioni letterarie, e cJ1e si era consolidata nel pubblico al punto da divenire essa stessa un mito. Di fronte all'amara constatazione che nulla può giustificare una visione ottimistica della vita e della storia, destinate a riproporre co,ntinuamente la loro vanità e crudeltà, non sopravviri.,1e neppure il senso panteistico della natura che aveva offerto a l\tlontale l't1nica via di sailvezza dal totale pessi 4 mismo; gli oggetti, il paesaggio non fanno più da schermo alla desolazione dello scrittore, che si pone questa volta in rapporto diretto con il mo,ndo, riducendo la poesia alla n1isura stessa dell'uomo, e non· cedendo alla tentazione di rifugiarsi n~lla vastità del creatç> per attjngere in esso il ritmo rassicurante della vita. È questo atteggian1ento stoico che salva Montale dal pericolo di apparire un m~soneista, chiuso in se stesso e ì11capace di tenersi al passo con i tempi. Alla nota etica, si affiancano del resto anche sollecitazioni sociali, che possono esser colte nel costante rapporto di identificazione con il disagio degli altri 1 ( <~ il male è che l'uccello preso nel paretaio - non sa se lui sia lui o uno dei troppi - st1oi duplicati ») o addirittura di rimorso per l'aridità che caratterizza la vita moderna ( « Se uno muore - non importa a nessuno, purché s~a - sconosciuto e lontano » ). Fam10 parte a sé nella raccolta le poesie di Xenia e una serie di fantasie m1etafisi'Che, dove riaffiora il tema dell'ansi a cosmica, cl1e si co,nfigura in un'inquietudine religiosa ma1 appagata, in quanto la lucida razionalità del poeta lo ferma alle soglie di un'intuizione del divino senza l'ap,prodo ad una fede. Anche in questo caso una figura femminile si fa mediatrice fra l'uomo e il tutto, come avviene nei versi di X enia, dedicati da Monitaile alla moglie scomparsa, che rapp,resentano il meglio del libro per la vena di commozione che li percorre, se pure n,ell'ambito di un lirismo sommesso, mosso da un intimo attrito fra tenerezza e pudore. L'immagine della donna viene recuperata dal poeta attraverso la n1emoria, ma colla certezza che ogni ricordo si rinnova e romp·e i confini del tempo, restando, operan·te nel presen,te. Rivivojno così la sua paro1a « stenta e imprudente», l'eco della sua risata, la semplicità apparente che celava una capacità eccezionale di intendere il mistero esistenziale pur nel.le sue contraddizioni ( « Tu soila sai che il vuoto è il pieno, e il sereno - la p1 iù diffusa delle nubi » ). E d~ volta in volta la compagna del poeta sembra incarnare l'ansia di ribellarsi a ogni 58 Btbliotecaginqbianco

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