Nord e Sud - anno XVIII - n. 142 - ottobre 1971

I La crisi della sin.istra den Locratica del sisten1a comu11ista russo che non potevano non impressionare viva1ne11te gli stessi militanti comunisti. Questa crisi si innestava in Italia sulla grave situazione di stallo del movimento operaio e sindacale, nel quadro di un equilibrio politico nazionale sempre pjù instabile e confuso. Inizia così a svilupparsi il processo di a,ggregazione della sinistra de1nocratica, che ha nell'incontro di Pralognan tra Nenni e Saragat, nell'estate del '56, il suo primo, punto fermo. Per un partito socialista ancorato ad una posizione rigidamente classista e con 1.1napparato formatosi ideolo.gicamente nel periodo dell'unità di azione con i com11nisti, rispondere alla crisi del movimento o·peraio e del paese con una iniziativa politica che lo portasse a rompere l'unità d'azione e ad assumere, abbandonando le tradizionali posizioni massimaliste, non collaborazio11iste e imn1obiliste, un ruolo autono·mo e prop11lsore di nuove aggregazio11i politiche, non costituiva certo un'o_perazione facile e indolore. Si trattò infatti di un processo non privo di contraddi~ioni e di brusche battute d'arresto, contrassegnato da aspre lotte interne 4 • Ma ciò che preme q11i sottolineare è la capacità che ebbe la sinistra democratica, nelle sue varie componenti, di assumere una iniziativa politica e di portarla avanti, specie da parte d.ei socialisti di Nenni, con coraggio e decisione, individuando un ruolo politico di avanguardia da svolgere. Si inserivano positivamente, in questo processo, il cui momento essenziale era ovviamente il riavvicinamento tra PSDI e PSI, una serie di forze politiche e culturali che, sia direttamente coinvolte, sia con ruolo attivan1ente fiancheggiatore, costituirono un apporto importante di stimoli politici e di contributi all'elaborazione culturale e ideologica. Dagli uomini (politici e intellettuali) usciti dal PCI dopo l'Ungheria (tra i q11ali Eugenio Reale, Marco Cesarini Sforza, Tommaso Smith, Fabrizio Onofri, Salvatore Francesco Romano, Giuseppe Averardi, Antonio Ghirelli, Mario Zafred, Michele Pellicani, Gasto,ne Duse, Carlo Muscetta, Italo Calvino, Renzo Vespignani, Mario Pinzauti, seguiti più tardi da un altro gruppo capeggiato d·a Antonio Giolitti) agli « Amici del Mondo » di Mario Pannunzio, dai repubblicani a giovani intellettuali socialisti come Roberto Guiducci (New deal socialista) e Giorgio Galli, le forze della sinistra democratica trovavano in quella svolta il terreno comune s11 cui impostare un disco1 rso nuovo e diverso sullo sviluppo d·ella società italiana. D'altra_ parte era un terreno dove si incontrava110 tradizioni culturali e politiche assai vive tra gli uomini che avevano dato 4 Vedi in proposito l'articolo di LUIGI COMPAGNA, Il socialismo e l'autocritica delle cose, « Nord e Sud», maggio 1971. 27 Bibiiotecaginobianco -

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