Nord e Sud - anno XVIII - n. 142 - ottobre 1971

Guido Compagna scorso che ieri si faceva a proposito delle nazioni proletarie che avevano il loro nemico mistico nella « perfida Albione », oggi sostituita dagli Stati Uniti, la potenza imperialista per antonomasia. ll filo-arabisn10 di oggi si innesta sull'antisemitismo di ieri, e simpatizza110 per Gheddafi i fedeli di Paolo VI e di via delle Botteghe Oscure, gli eretici di Labor e de « il manifesto ». « La mistica del1' operaio si confonde con la mistica del povero » 4 • Il marxismo è degradato nel populismo cattolico. Dinanzi a tutto questo, ciò che manca, ciò che è mancata è la sinistra democratica. Non si può dire che si vogliono le riforme, se nello stesso tempo si insegue e si cerca di cavalcare la contestazione giova11ile, qztesta contestazione giovanile. Dinanzi ad essa non ci si può porre come inseguitori, ma come termine di confronto. Se la contestazione giovanile è esplosa come è esplosa, nelle forme caotiche in cui si è espressa culturalmente, ciò va addebitato alla classe politica italiana, e soprattutto alla sinistra. Ma è proprio per questo che la sinistra non può e non deve rifiutarsi di porre la propria alternativa riformista, rinunciando ad inseguire ogni forma di estremismo operaio e studentesco. La sinistra a.v..eva il dovere di affermare chjaro e forte che la contestazione altro non faceva che richiamare in campo le forze reazionarie, compromettendo l'inizio di quel processo riformatore al quale essa, nelle sue componenti di matrice liberale e socialista, cercava di trascinare la Democrazia Crjstiana. Perché questo era importante capire: che la DC, per le forze elettorali che rappresenta, o per la sua stessa matrice ideologica, è 11n partito più o meno conservatore, e che per questo l'impronta riformatrice del centro-sinistra non poteva essere data che dalle forze laiche. E che sarebbe stato quantomeno ingenuo prestare fede a certi atteggiamenti delle sinistre cattoliche, sempre retoricamente populistiche, mai incisivamente riformatrici. Invece la sinistra non riuscì ad essere nel governo l'alternativa alla confusione ed all'equivoco democristiano; e questo perché anche in essa la « si11istra psicologica » prevaleva sulla sinistra politica. Velleitarismo da una parte, serio riformismo dall'altra: fu la polemica salveminiana ad insegnarci a distinguere tra riformismo ,,elleitario e riformismo coerente. Non si può non sapere ciò che si vuole, 1na volerlo subito, come certi social. isti di ieri. Non si può ~ ... 110n sapere ciò che si vuole e volerlo più i11cisivo e più avanzato, con1e la sinistra di oggi. La storia più recente avrebbe dovuto inse4 Cfr. MATTEUCCI, op. cit. _,. 12 ( Bibiiotecaginobianco

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