Nord e Sud - anno XVIII - n. 142 - ottobre 1971

Guido Compagna diagnosi, e purtroppo una diagr1osi politicame!}te esatta. Dopo venticinque anni di democrazia l'Italia si: trova ad avere il più numeroso partito co1nt1nista dell'Europa occidentale ed il più consistente partito neofascista. Qualcosa evide11temente non ha funzionato tra le forze di tradizione e vocazione democratica. Di11anzi a questi dati gravissimi, alla luce degli av\Tenimenti di questa quinta legislatura, e tenendo conto di quali conseguenze politiche potrebbero derivare, e non solo per la dignità stessa dei cittadinielettori, dalla presenza 11ella VI Legislatura di cento deputati del IvISI, le forze politiche della sinistra den1ocratica hanno il dovere di fare un esame di coscienza. Con il disimpegno socialista all'indomani delle elezioni politiche del 1968 si è aperta, a nostro giudizio, la più grave crisi involutiva della lotta politica nel nostro paese. Al « cl1iamarsi fuori » da parte dei socialisti, che nel frattempo sostituivano alla leadership di Nenni quella di De Martino e Bertoldi da una parte, e di Tanassi e Cariglia dall'altra, corrispondeva l'esplosione della contestazione st11dentesca ed u11 particolare attivismo delle sinistre cattoliche, sia come ACLI o ACPOL, sia come correnti della Democrazia Cristiana. All'inizio della legislatura si verificavano pure strani accordi sottobanco tra le correnti della sinistra den1ocristiana e le correnti di sinistra del partito socialjsta unificato, che avevano uno sconcertante risco11tro nelle votazioni per i Presidenti delle Commissioni parlamentari. Le sinistre della DC, inoltre, i11iziavano la gara degli scavalcamenti a sinistra 11ei confronti dei socialisti. Non c'era giorno che un esponente della « base » o di « forze nuove » non acc11sasse di « moderatismo » il partito socialista unificato. Il risultato fu, dopo un « tiratissimo » congresso socialista e all'indomani del ribaltamento della maggioranza uscita dal congresso, la scissione socialista o, meglio, il mancato compimento del processo di unificazione. L'unificazione l'aveva progettata Nenni, l'aveva110 fatta De Martino e Tanassi, l'aveva affossata Donat Cattin. A questo punto la politica italiana era caratterizzata - nella facciata - dalla polemica, che non di rado trascendeva negli insulti, tra socialisti e socialdemocratici, e -- nella sostanza - da 11n invelenime11to di quel fenomeno di involuzione della correntocrazia verso forme bizantine, di cui già si erano avvertiti i primi segni durante l'elezione dei Presidenti di Commissioni parlamentari. Per il resto, la DC, frantumatissima anche per via dei giochi che si erano aperti in vista dell'elezione del Capo dello Stato, co8 Bi_biol tecaginobianco

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