Un, « gruppo di pressione »: la Coldiretti primo luogo quello dei rapporti tra i « gruppi di pressione » e i partiti, e l'altro, ben più rilevante, del controllo che la collettività organizzata a Stato avrebbe il dovere, oltre che il diritto, di esercitare su organismi che pretendono ad una funzione pubblica nella vita politica e sociale contemporanea. Argomento, quest'ultimo, che da un rapido esame della composizione., delle dimensioni raggiunte, dei mezzi di pressione economica, ideologica e politica, dei rapporti con le strutture economiche del paese, degli effetti dell'azione della Confederazione dei Coltivatori Diretti, emerge quanto mai evidente e pressante. La costituzione di una organizzazione autonoma di coltivatori diretti che con1prenda i piccoli proprietari e gli altri lavoratorj della terra non subordinati (mezzadri, affittuari, compartecipanti, ecc.) è un fatto recente nella tradizione sindacale italiana, e risale, come abbiamo ricordato, al 1944; prima di allora, nel periodo prefascista, il sindacalismo libero aveva trascurato, in un certo senso, la figura del coltivatore non subordinato, il quale, benché· si presentasse con1e uno dei protagonisti della vita nelle campagne, difficilmente poteva essere assimilato nelle orga11.izzazioni classiste che assunsero, tra la fine del secolo scorso e gli inizi del Novecento, la tutela e la difesa delle masse agricole. È nota l'avversione dei sindacati socialisti per la piccola proprietà; e anche quando l'evoluzione delle campagne e la necessità di contrastare il proselitismo dei « bianchi », insieme con una più matt1ra riflessione politica, imposero un avvicinamento ai problemi dei mezzadri e degli affittuari, la Federterra non nutrì mai soverchie simpatie per i piccoli proprietari 5 • Diverso fu invece l'atteggiamento del sindacalismo cattolico, cui si devono numerosi tentativi, fatti nello stesso periodo, di dar vita a istituzioni solidaristiche (società di mutua assistenza, cooperative, associazioni, casse rurali, ecc.) tra quei piccoli proprietari, mezzadri e affittuari che rimanevano vicini all'ideale di una società cristiana, il quale dà risalto appunto alla figura del piccolo l'usano di frequente gli stessi dirigenti della Confederazione nei manifesti e nei giornali. Non è un caso che ciò si sia verificato. Il settimanale della Sinistra democristiana Politica spiega il fenomeno col fatto che riesce difficile trovare « nell'atteggiamento politico della Confederazione un punto di riferimento abbastanza chiaro», e osserva che il costume invalso nelle stesse gerarchie della Coldiretti di usare questo termine, derivato dal nome del loro principale esponente, è « un sintomo del clima politico che c'è dentro la potente organizzazione verde ». s Sull'evoluzione dell'atteggiamento dei socialisti nei confronti della piccola proprietà e della categoria dei coltivatori diretti nei primi decenni del secolo, cfr. LUIGI PRETI: Le lotte agrarie nella valle padana (Einaudi, Torino, 1955). 87 Bibiiotecaginobianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==