Nord e Sud - anno XVIII - n. 139 - luglio 1971

... Nello Ajello nel Don Giovanni in Sicilia, o a Roma, negli ultimi due romanzi (ma specie in Paolo il caldo, aggiungiamo noi, laddove - e segnatamente nella lunga descrizione del salotto letterario - l'intento satirico si adagia senza scampo in lin rnacchiettismo di maniera). Quando l'antieroe di Brancati, che è latore di tutte le sue ragioni morali, di tutte le sue complicazioni psicologiche, viene meno, o si affievolisce - e non è caso raro - non resta di suggestivo che il paesaggio, in quella nostra complessiva accezione di memorie, di luoghi, di uomini. E se di lui non si ricorderà molto, come narratore, ciò sarà da attribuire alla stanchezza del suo personaggio unico, riprodotto fino all'estenuazione, in cui è restato sempre presente - ad appesantirlo - l'originario significato simbolico e l'intenzione moralistica, divenuta sempre più concitata: dalla freschezza di Don Giovanni in Sicilia alla tetra problematicità di Paolo il Caldo. Ma, negli ultimi due libri, il conflitto tra la ragione e la nostalgia, tra la civiltà moderna ed europea, come dice Moravia, e quella della sua vecchia provincia stile liberty, si fa per Brancati più acuta e dolorosa. Egli dice di aderire alla prima, a patto che gli sia concesso di amare la seconda. Mai come ora, il moralista sembra chiedere una tregua: « Voterò per la terra ai contadini e per le fab,b1riche agli operai, ma questo non vieterà che i miei ricoridi siano queìlo che sono, e che tra 1e cose che mi hanno fatto tremare il ouore possa trovarsi un braccialetto tintinnante sul polso1 della figlia idi un terriero. Voterò per gJ,i altri, ma conserverò tutti i diritti sulle mie 1 sensazioni, i miei sentimen,ti, i miei ricordi e le mie immaginazioni .. Fra cento anr1i questo arroveLlìo sociale sarà incom,prensibile, come sono incomprensi1bili ,per noi le rughe che il p1 aipismo, il luteranesimo, il calvinismo scavavano sulle facce degli uomini del '600. Riconosco l'in,giustizia dello sfruttamento dell'uomo, il mio voto è p,er chi la cancella, ma le eterne se11sazioni dell'amo 1re, della cattiva e della buona salute, dell'ozio, del dubbio, della vita non più visisuta ma contemplata, queste divinità che hanno trascorso luminose le oscure lotte dei secoli, non mi d 1 . 11 rassegno a per er e nemmeno per un m·1nuto ... » • · Questo patrimonio intimo che Brancati difende, e che identifica nella sua vecchia isola borghese, pare sia anch'esso sottoposto ad una lenta condanna, di cui egli sente amaramente il riflesso, come di una irrevocabile dispersione degli affetti più cari. E perciò 11 Paolo il caldo (Milano, Bompiani, 1955), p. 6. 82 Bibli-otecaginobi.anco

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