Nord e Sud - anno XVIII - n. 139 - luglio 1971

Nello Ajello di una sua fotografia con la scritta: ' de Filippi~ grande poeta vernacolo ' » ( e il Corso di Catania « era pieno di gente », suoi emuli, « che si domandava se l'Aida fosse più bella del Parsifal; se i dischi, suonati alla rovescia dall'ultima nota alla prima, non potessero dare alla luce nuove e stupende sinfonie; se era vero, sì o no, che I Promessi Sposi non fossero poi quella gran cosa che si dice ... »); e al padre di Francesco Maria, che, alla fine della singolare avventura di quest'ultimo, fa la sua apparizione insieme all'amico Corrado Sapuppo per « pestare come l'uva » il frutto delle sue viscere, ed indurlo così a sanare una « questione d'onore ». E soprattutto si rievochi quell'altra vivacissima « stampa dell'Ottocento», Alfio Magnano (padre del bell'Antonio), forse la creazione più riuscita di Brancati: vecchio eroe siciliano, che finisce eroicamente vittima di una sorta di suicidio premeditato, tra le braccia di una squallida prostituta, nel tentativo di sanare anch'egli la sua i11sanabile questione d'onore; e il Conte Paolo Castorini, il nonno di Paolo il Caldo, ch'è certo la figura più bella del romanzo incompiuto, sanguigno difensore di una felice, arcaica, irragionevole reazionaria aristocraticità contro la moderna ragione, « la ragione con le sue prepotenze contro le quali non si può invocare nessuna legge perché è lei stessa che fa le leggi .. ». Uomini che incarna110 una mentalità scomparsa; ma anche una deliziosa e barocca moralità della provincia, mista di sesso e di istrionismo, di generosità e di poesia. Vecchie querce paesane, dall'eloquio grasso e pittoresco, dalla « pressione alta», burberi e blasfemi, rt1morosi e maneschi, capaci - come don Alfio Magnano - di roteare il basto11e per le vie e le piazze di Catania contro chi ha scoperto un neo nel loro orgoglio sessuale, animati da una miracolosa vitalità e va11teria erotica di cui le loro antiche e dolci consorti sono spettatrici disperate, costituiscono l'antitesi del siciliano contemporan.eo che passa la vita a « pestare l'acqua nei mortai »: solo per loro il mito del « gallismo », escogitato da Brancati, è una realtà plausibile, una norma di vita, non una maledizione o un trauma ridicolo. Il pessimismo di Brancati si abbatte solo sui st1oi protagonisti, sugli antieroi siciliani, perché sono incapaci - é:011le medesin1e categorie mentali e 1norali dei loro padri, ma ormai raffreddate, inutili - di adeguarsi alla vita del loro tempo; e perciò sono goffi, patetici, inerti: me11tre i vecchi borghesi, figure di contorno, riconducono aperta1nente, genuinamente nelle pagine del narratore l'antica Sicilia della nostalgia e della memoria: fanno parte del paesaggio. 80 Bitlliotecaginobi.anco

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