Nord e Sud - anno XVIII - n. 139 - luglio 1971

1littorìo de Caprariis l'altra ho non meno risolutamente combattuto· le esagerazioni di quelli della parte moderata che si mostravano immoderati ... » 54 • È la dichiarazione programmatica del 1865, della famosa Sinistra Giovane. Il De Sanctis insisterà sempre sulla differenza fondamentale che passava tra questa e l'altra Sinistra, quella «storica», nella quale primeggiavano le preoccupazioni politiche, laddove la prima veniva come « eco dei collegi elettorali ... come eco delle proteste dei collegi elettorali contro il malgoverno e contro la mala amministrazione » 55 • La Sinistra Giovane, infatti, non chiedeva rivoluzioni politiche o sociali, ma solo riforme finanziarie e amministrative, aveva cioè una posizione che oggi verrebbe definita, non senza un certo disprezzo, di illuminismo riformista. Pure, questo e non altro era il programma così co1ne il De Sanctis lo presentava ai suoi elettori nel '65, lo ribadiva alla Camera nel '74. E del resto v'è un lungo brano del Viaggio elettorale nel quale la composizione, le ragioni e la funzione storica del nuovo movimento sono illustrate in termini che non consentono equivoci: « ... giovine sinistra, cioè quella sinistra del '65, composta il più di riccl1i proprietarii, e di notabili locali, che gittarono giù la cosiddetta consorteria e vennero al Parlamento a protestare contro la cattiva a1nministrazione. Stranieri alle lotte politiche, uomini nuovi, come allora erano chiamati, conservatori per posizione e per educazione, espressione per lunga esperienza degl'int~ressi meridionali e locali, accettarono i nuovi ordini, e divenuti partecipi della vita italiana furono co' piemontesi della Permanente e con gli amici del Rattazzi la base di quella opposizione costituzionale senza di cui non è possibile un governo regolare » 56 • Certo il De Sanctis - come ha giustamente ricordato il Maturi 57 riprendendo un acuto giudizio del De Meis - concepiva « le evoluzioni dei· partiti politici con lo stesso senno col quale il Machiavelli dirigeva le evoluzioni delle ordinanze fiorentine ». V'era dell'astrattezza in quel suo concepire un movimento politico che fosse per così dire non-politico, che cioè non mettesse innanzi preoccupazioni politiche e che non si definisse su questioni politiche, ma insistesse sulle riforme, dal sistema di contabilità dello Stato agli organici della burocrazia. E anche se talvolta avvertiva che sotto il modesto nome di riforme amministrative c'era tutta 70 54 Programma elettorale del 1865, in Scritti e discorsi politici cit., pp. 280-81. 55 Discorso alla Camera, 23 aprile 1874, in Scritti e discorsi politici cit., p. 330. 56 Un viaggio elettorale cit., p. 108. 57 W. MATURI, in Enciclopedia Italiana, sub voce. Bit51iotecaginobi.anco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==