Editoriale Perciò, quando abbiamo deciso di dare al nostro duecentesimo numero un'impostazione che valesse, per così dire, a ricordare, se non a celebrare, la nostra anzianità, e proprio pensando ai più giovani fra i nostri collaboratori e lettori, abbiamo scelto i nomi di La Malf a, di Garosci, di Rossi Do ria, per aprirne il somniario. Ed accanto a questi nomi, abbiamo naturalmente collocato quelli dei due fondatori: un articolo di Renato Giordano su Guido Dorso ed un articolo di Vittorio de Caprariis su Francesco De Sanctis: due articoli che dicono molto, proprio se si accostano i nomi degli autori rispettivamente a quello di Dorso (del quale Renato Giordano, giovanissimo, fu segretario di redazione) ed a quello di De Sanctis ( le cui opere de Caprariis aveva frequentato molto intensa1ne11te quarldo aveva scritto il suo libro su Guicciardini). A completamento di questo sommario del nostro duecentesimo fascicolo, abbiamo quindi scelto contributi che alla rivista hanno dato Nello Ajello, Giuseppe Ciranna, Rosellina Balbi. Nello Ajello, oggi vicedirettore dell'« Espresso », è stato il primo redattore-capo di « Nord e Sud» e, quando emigrò al Nord, fu Giuseppe Ciranna, venuto da Potenza, a succedergli. Da quando Ciranna si è trasferito a Ronia, dove dirige le « Edizioni della ' Voce ' », è infine Rosellina Balbi che regge il peso redazionale della rivista, aggravato negli ultimi tempi dalle assenze del direttore ed alleviato dalla soddisfazione di- 1;eder continuata ed arricchita u11a funzione etico-politica che consiste anche, se non soprattutto, nel cercare nuovi « talenti » e lanciare nitove <, firme ». A questo proposito, alcuni anni or sono, in una « autobiografia » della rivista, scritta dal direttore e dal condirettore (Francesco Compagna e Giuseppe Galasso, Autobiografia di « Nord e Sud », gennaio 1967), scrivevamo che con giovani e nuovi amici avrem1no tentato di « continuare ». Ci siamo riusciti e tocchiamo ora il traguardo del ditecentesimo numero; e più che mai contiamo di poter a11dare anche oltre questo traguardo, grazie ai nuovi talenti, grazie alle nuove firme. Ma sempre ancorati saldamente alla collocazione politico-culturale che abbiamo scelto e definito nel dicembre del 1954: alla confiuenza dei due grandi filoni che lianno concorso a qualificare ed a nobilitare la moderna cultura politica in Italia; alla con-fluenza, cioè, del filone che da Francesco De Sanctis conduce a Benedetto Croce con il filone che da Carlo Cattaneo conduce a Gaetano Salvemini. F. C. 5 Bibliotecaginobianco
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