De Sanctis, «precursore» conteso ultimo e magistralmente la storia lo Chabod 41 • E da questa storia si ricava appunto quello che abbiamo già detto: che la tentazione realistica, l'attenzione alla crisi naturalistica, non furono fatti peculiari del De Sanctis, ma fanno una cosa sola con la crisi degli ideali nelle generazioni risorgimentali o immediatamente post-risorgimentali dell'Italia unita. E il De Sanctis non fu affatto il solitario profeta progressista che a certi suoi recenti scopritori piace immaginare: per farsene storici occorre innanzi tutto calarlo nel clima che fu suo e vederlo non già isolatamente, ma in contatto e in contrasto con gli altri uomini. Solo a questo patto si intenderanno, fuori di ogni equivoca suggestione suggerita da vicende contemporanee, e il vero valore e significato delle sue affermazioni e il limite di cui egli le circondava e le riserve che muoveva ai troppo scalmanati o troppo corrivi assertori delle nuove fedi; si vedrà come, pur registrando i mutamenti e la crisi del suo tempo, egli restasse fedele nel fondo a se stesso. Proprio perché partecipava alla comune ansia di rinnovame11to, perché non esitava ad assumere a volte posizioni di pu11ta nella polemica culturale, il De Sanctis non mutava né la sua fede di liberale né la sua co11cezione della cultura. Quando invece ci si ferma nelle nuove interpretazioni di cui qui si è tentato di dimostrare l'infondatezza e queste si adoperano addirittura come nuove chiavi per penetrare nell'opera storica del De Sanctis, allora si va incontro al rischio di falsare veramente i testi, di non comprenderli più nel loro effettivo significato. Che è ciò che è capitato almeno in parte al Muscetta e al Candelora per le lezioni sulla letteratura italiana del secolo decimonono 42 • Non sembra infatti che il De Sanctis « progressista » come essi se lo figurano, il De Sanctis della cosiddetta poetica realista aiuti gran che a comprendere qt1elle lezioni. Anche mettendo da parte le vere e proprie falsificazioni 43 , volontarie o involontarie che siano, 41 F. CHABOD: Storia della politica estera italiana dal 1870 al 1896, I, Le premesse, Bari, 1951, soprattutto i capitoli primo e secondo della prima parte. 42 Cfr. le introduzioni a La Scuola cattolico-lib.erale cit. e a Mazzini e la scuola democratica, Torino, 1951. 43 Nell'introduzione a La scuola cattolico-liberale, p. XLI si legge: « il De Sanctis non sottovalutava affatto questo aspetto della cultura cattolico-liberale, anzi lo considererà 11:nelemento fondamentalmente progressivo rispetto alla cultura democratica, così contraddittoria, nel suo stile classicheggiante e oracolare, a confronto delle sue intenzioni populiste .. Ma rileva energicamente che la forma popolare della letteratura, conquista rivoluzionaria del secolo XVIII, nel secolo XIX sarà svuotata del contenuto ~lluministico e adoperata a fini paternalistici, antidemocratici »; dopo di che si rinvia a pp. 232-33 del testo. Ora a· pp. 232-33 del testo è fatta 65 Bibiiotecaginobianco
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