Nord e Sud - anno XVIII - n. 139 - luglio 1971

I De Sanctis, « precursore » conteso Pure, se ci si trasferisce dalla considerazione della filosofia del1' arte ad una considerazione più generale, non si può negare che le pagine dell'ultimo De Sanctis abbiano una risonanza nuova. Non è soltanto che l'esigenza educativa, che tuttavia fu sempre preminente in lui, l'esigenza di un rinnovamento culturale i11.Italia, si fosse fatta, sotto la spinta di certe valutazioni politiche, più pungente e risentita, più combattiva: v'è qualche cosa di più o, se piace meglio, qualcosa di diverso. Non sembra però che si possa dire che ciò confermi l'immagine del De Sanctis « progressista» che gli odierni riscopritori e storici tendono ad accreditare. Quel termine« progressista », avanzato così semplicemente, senza determinazioni particolari, può generare pericolosi equivoci e soprattutto è troppo semplicistico: la realtà storica è assai più complessa e articolata, e forse il De Sanctis è meno originale e progressista di quanto i suoi ammiratori possano pensare. Così come il « nuovo realismo » filosofico perdeva nella sua mente ogni accento materialistico e assumeva funzione di richiamo alla concretezza, di conferma di quell'atteggiamento storicistico che egli aveva per suo conto svolto dalla filosofia hegeliana, anche l'alquanto mutato atteggiamento in11anzi ai problemi della vita morale, letteraria e politica . del paese suonavano assai meno di quel che si creda rottura col passato e rottura con l'ambiente. Questo si può toccar con mano proprio in quello scritto desanctisiano che è volentieri assunto come il manifesto di un De Sanctis nuovo, nel famoso e celebrato discorso su La scienza e la vita. Il De Sanctis, è stato detto, appuntava tutte le sue critiche sul divario tra la scienza e la vita, come origine prima o· principale di tutti i mali della civiltà italiana, e chiedeva che si ponesse fine a questo divorzio perché la vita stessa italiana potesse svolgersi più armonica e completa. Questa scienza che si sviluppava staccata dalla vita sembrava dar luogo ad una « libertà poltrona ed inorganica, che lascia la vita al suo processo storico fosse anche di ma, in realtà, condotto rigorosamente alle sue conclusioni, il realismo non poteva stare senza di esse, e quello che il critico aveva il). n1ente era tutt'altro. Se i marxisti italiani, che vengono riscoprendo il De Sanctis, avessero un po' più di coerenza e di. .. letture non potrebbero commuoversi sulle proposizioni desanctisiane e gridare al «precursore». Lenin aveva fatta una giustizia .alquanto sommaria di questo genere di « prec,1rsori »: « Bisogna procedere dagli oggetti alla sensazione e al pensiero? O dal pensiero e dalla sensazione agli oggetti? Engels segue la prima via, la via del materialismo »; « il materialismo, in pieno accordo con le scienze naturali, considera come dato primordiale la materia e come dato secondario la coscienza, il pensiero, la sensazione»: Materialis1no ed empiriocriticismo, trad. Platone, Roma, 1953, pp. 32 e 36. · 59 Bibiiotecaginobianco

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