Vittorio de Caprariis realtà che contiene già la sua poetica, e cioè le sue leggi organiche, il concetto, le sue parti, la sua forma e il suo stile; anche quando si esprimeva in chiave così scopertamente contenutistica, si affrettava ad aggiungere che solo chi era dotato di anima di poeta poteva cogliere tutto ciò 10 • E negava quindi nella sostanza l'autonomia del contenuto. Qual è mai, infatti, questa poetica delle cose, cosa sono queste lacrimae rerum, che non esistono se un vero poeta non se ne avvede e non le trae a sé e non confonde con esse la sua anima? Tutti i contenuti sono in astratto uguali (anche se il Gerratana sembra aggi-ungere, orwellianamente, che ve ne sono alcuni più poetici degli altri!): ma in concreto la poesia nasce dove c'è il « cervello » poetico, tanto per adoperare una parola cara al nostro critico. E se una volta, trasportato dalla passione, poté esclamare che « quando esiste il contenuto, picchia e ripicchia, a lungo andare si fa la via, si crea la forma sua », si trovò poi costretto a far « piovere » in Italia la parola « romanticismo », per spiegare perché quella volta la lanterna di Diogene non aveva dato luce e il « nuovo contenuto » non aveva potuto trovare la « forma sua ». La spiegazione era semplicistica, poiché era astratto il modo di porre la questione, di rappresentare come suscettibile di diventare « contenuto poetico » il « nuovo contenuto, morale, religioso, democratico, politico, nazionale » che si era venuto sviluppando nello spirito italiano nella seconda metà del secolo XVI.II 11 : astratto poiché il contenuto poetico non si dà fuori dell'opera di realizzata poesia, ed è dunque impossibile parlarne prima che questa esista. Si potrebbe dagli scritti del De Sanctis raccogliere ed ordinare una compiuta fenomenologia della composizione artistica: si troverebbe sovente un fluttuar di espressioni che, come già notava il Croce 12 , cela a volte uno scarso rigore di concetti ..Ma le cose essenziali, l'individualità e la soggettività del momento poetico, l'universalità e l'autonomia dell'arte, si troverebbero altresì sempre con-- fermate. « Quando il poeta compone - scriveva egli discorrendo 10 Dell'argomento della 'Divina Cornmedia ', in Lezioni e saggi su Dante, ediz. Romagnoli, Torino, 1955, pp. 532-33. 11 La scuola cattolico-liberale e il romanticismo a Napoli, ediz. C. Muscetta e G. Candeloro, Torino 1953, pp. 5-6; n1a più avanti non senza qualche contraddizione esclamerà: « Vi ho spiegato più volte che un concetto per sé solo non è poetico, come il contenuto bruto, il 1nateriale non è poesia », ivi, p. 150. 12 B. CROCE: De Sanctis e lo hegelismo, in Saggio sullo H egel, Bari, 1948, p. 394; De Sanctis-Gramsci, in Terze pagine sparse, Bari, 1955, I, pp. 166-68; non si capisce bene perché il Gerratana, Introduzione cit., p. 32, polemizzi col vecchio Croce, il quale più tardi si corresse dell'aver attribuito a semplice trascuratezza l'approssimatività concettuale del De Sanctis. 52 Bibiiotecaginobianco
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