I De Sanctis, « precursore » conteso come forma appartiene all'arte. Il che ... non vuol dire che il poeta, cogliendo il contenuto come forma, debba sopprimere il resto; cioè a dire quello che ci è di religioso, politico, di morale, di reale; ma che tutto questo debba comparire come forma, bello, sublime, orribile, brutto, ecc ... » 6 • Sono parole che lo stesso Gerratana ha ricordate e che vogliono dire appunto che la realtà obiettiva si trasfigura, anzi si deve trasfigurare, trasformare nell'opera di poesia:. la fede o la politica non appaiono più come tali nell'opera d'arte, ma come bellezza. D'altro canto, proprio nel Saggio sul Petrarca, il critico osservava che di tutta la realtà non rimane n11lla fuori di quello di cui noi ci impadroniamo: « e che altro, dunque, rimane della storia fuori di quello che lo spirito fa suo? Tutto l'altro se ne stacca e imputridisce » 7 • Ma, lasciando da parte tutta la storia e limitandoci al problema estetico, come avviene per il De Sanctis questa trasfigurazione del contenuto? Nelle Lezioni sulla letteratitra italiana del secolo XIX si può leggere una frase abbastanza rivelatrice: « nella realtà artistica sono d11e elementi:· l'esterno naturale, e poi l'azione del cervello sulla nostra visione » 8 : il De Sanctis aveva ben individuato il principio attivo e interiore della creazione artistica e su esso aveva sempre insistito, magari con monotonia. « La forma - aveva già scritto nel Saggio szll Petrarca - è il bambino del nostro cervello; e il problema dell'arte è di sapere se quel cervello ha forza produttiva e se quel bambino è creatura vivente, è nato vivo » 9 • È ben vero che al De Sanctis dové sembrare talvolta che a questo modo gli si poteva contestare di negare la parità di contenuto e forma, e soprattutto gli si poteva rimproverare di spezzare quell'equilibrio in nome del quale s'era battuto contro la forma vuota, contro il formalismo. Ma egli, sebbene non fosse e quasi non desiderasse essere filosofo professionale, non doveva fare molto sforzo di raziocinio per cogliere che altro è affermare la medesimezza del contenuto e della forma nell'opera di poesia, e altro è insistere su una loro matematica ed astratta parità, e soprattutto che altro è questa medesimezza che si è detta ed altro l'attivo spirito poe-. tico. Perciò, anche quando osservava c_he l'argomento non è una tabula rasa su cui si possa imprimere il suggello che piace, ma una 6 L'idea e l'estetica dello Hegel, in Opere, ediz. Cortese, XIII, Napoli, 1940, pagina 244. 7 Saggio sul Petrarca cit:, p. 80. 8 La letteratura italiana nel secolo XIX, in Opere, ediz. Cortese, I, p. 162. 9 Saggio sul Petrarca cit., p. 34. · 51 Bibiiotecaginobianco
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