Nord e Sud - anno XVIII - n. 139 - luglio 1971

11 ittorio de Caprariis natore potrà mai negare, ed è che l'estetica desanctisiana sia in primo luogo l'estetica della 'forma': e questo anche il Gerratana si guarda bene dal negare. Pure egli procura di correggere l'interpretazione tradizionale del De Sanctis osservando che questi ha ben distinto la forma nella quale « il conte11uto si perde », dall'altra e solamente vera, che fa tutt'uno col contenuto: « in poesia - si può leggere infatti nel Saggio sul Petrarca 3 - non c'è propriamente né contenuto né forma ». Questa medesimezza della forma con l'idea, col contenuto (è noto che il critico ricorse più volte alla immagine di uno specchio di cui non si avverta il vetro) sembrerebbe contraddire la riduzione crociana della « forma » ad intuizione lirica: in tal modo, si argomenta, verrebbe disperso il principio desanctisiano del carattere rappresentativo dell'arte, che dà un significato particolare all'estetica di lui e che ne fa, se si potesse adoperare la formula togliendone la contradictio in adiecto, un'estetica contenutistica della forma. In effetti il Gerratana parla risolutamente di « quella forma che riflette la realtà senza offuscarla della sua impronta » 4 e non esita a scrivere che quella del De Sanctis era una inclinazione materialistica, sia pure solo istintivamente, i11 virtù del « chiaro riconoscimento di una realtà obiettiva, naturale e sociale, prima ancora che obiettiva realtà artistica » 5 • Nessuno vorrà contestare l'importanza del contenuto, non pure nella estetica desanctisiana, ma in ogni estetica rigorosamente pensata: e proprio in quella dello storicismo mi sembra sia implicita la critica più vigorosa della creazione artistica che ha per oggetto se stessa; la critica, cioè, di quella degenerazione di una categoria che predica se stessa. Ma il punto preciso che si deve cogliere per intendere l'estetica desanctisiana, e il rapporto che essa prospetta di contenuto e forma, non consiste altrove che nella relazione che il critico irpino stabilisce tra l'artista e la sua materia. Prima di parlare di propensione materialistica bisogna chiarire compiuta- , mente questa relazione. E sulla natura di essa mi pare che un'attenta lettura dei testi desanctisiani non lasci alcur1a possibilità di dubbio, a qualunque periodo della vita di lui i testi stessi appartengano. · « Ogni contenuto - scriveva il De Sanctis intorno al '58, facendo i suoi conti con lo Hegel - è una totalità, che come idea appartiene alla scienza, come esistere materiale appartiene alla realtà, 3 Saggio sul Petrarca, ediz. Gallo, Torino, 1952, p. 107. 4 GERRATANA: Introduzione cit., p. 31. s GERRATANA: Introduzione cit., p. 33. so Bibiiotecaginobianco

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