Nord e Sud - anno XVIII - n. 139 - luglio 1971

, Editoriale • Quando cominciammo a pubblicare « Nord e Sud» ci propo11evamo di approfondire ed aggiornare la conoscenza della realtà, n1eridionale del nostro paese, nelle sue uniformità, nelle sue varietà, nel suo immobilismo tradizionale e nelle modificazioni che fi11d'allora avevano cominciato ad investirla: « la nostra rivista - scrivevamo nell'editoria.le del dicembre 1954, numero 1 di « Nord e Sud » - si propone appunto di contribuire alla valutazione dei nuovi dati della realtà meridionale e di esercitare u11a pressione costante per adeguare a questi dati l'orientamento dei governi, dei partiti, della stampa, dei gruppi qualificati di pubblica opinione ». Giudichino i lettori fino a che punto abbiamo saputo far fronte al co1npito che ci eravan10 proposti; e giudichino, altresì, se sia1110 riusciti a portarci e a restare all'altezza « di quella tradizione di cultura meridionale che storicamente si è realizzata soprattutto come tramite fra la moderna coscienza ci'vile dell'Europa e l'arretratezza clella società meridionale »; di quella tradizione liberale, « la sola tradizione di cui l'Italia meridionale possa trarre intero vanto », alla quale ci siamo sen1pre riferiti, per tradurne sul terreno politico « la continuità e la vitalità ». Noi ci sottoponiamo con serenità a questo g·iudizio, perché ritenian10 di essere stati coerenti: coerenti soprattittto co11 il nostro impegno anticonformistico, fatto valere polernicamente sia contro il conformismo di destra, che è stato dilagante 11egli anni '50 e nella prima metà degli anni '60, e che potrebbe tornare a manifestarsi con invadenza negli anni '70, sia contro il conformismo di sinistra, che ha contaminato negli ultimi anni quello spirito critico che dovrebbe essere il connotato permanente della sinistra, e che con1unque è l'orgoglio della sinistra seria e politicamente responsabile, quale che sia la sua specifica matrice etico-cultitrale, crociana, salveminiana o gra1nsciana. D'altra parte, a questo giudizio dei nostri lettori, noi ci sottoponiamo nel momento in cui ci è consentita la constatazione di aver pubblicato duecento numeri della rivista. Ed è certo motivo di intima e legittima soddisfazione, per i fondatori di una rivista, poter constatare che alcuni dei collaboratori e parecchi dei lettori frequentavano ancora la scuola elementare qua11do, fra molte speranze ad altrettante apprensioni, essi, i fondatori, riuscirono a pubblicare il primo numero. Si sono voluri ricordare i fonda tori perché due di essi sono 3 Bibiiotecaginobianco

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