Renato Giordano il risentimento di chi aveva atteso settimane: prima di veder pubblicato, « di spalla », il suo unico articolo, sulla bomba atomica. La segreteria, già impegnata nella polemica pre-congressuale, all'indomani della crisi Parri, ad esaminare la situazione inviò Francesco Caracciolo, il quale niente altro potette fare che constatare le« ragioni finanziarie» di Schiano, e tornarsene con un nulla di fatto. Con Guido Macera, mi recai allora a Roma, dove, alla segreteria del partito, consegnammo ad Altiero Spinelli la lettera con la quale Dorso si dimetteva dal giornale e dal partito. In essa Dorso accusava il P. d'A. di « ammainare la bandiera del meridionalismo » e di mettersi sulla strada dei partiti tradizionali. Spinelli, pur considerando la cosa con molta gravità, ci disse che la segreteria non · aveva la forza dì intervenire e sanare la situazione napoletana 2 • Promise comunque di parlare con i suoi colleghi (Oronzo Reale, Vittorio Foa, La Malfa e Lussu). Emilio Lussu, sopraggiunto all'ultima ora in via Sistina dal Ministero, con gesti e con voce caldamente drammatici disse che era « impossibile », che non si poteva abbandonare il partito per aver perduto una battaglia. E tutto fu molto triste. Dorso ne ebbe un colpo durissimo. Accusava il partito d'aver tradito il meridionalismo ed affermava che, una volta passata « l'occasione storica», la questione meridionale avrebbe dovuto attendere nuove generazioni per trovare la sua soluzione. E non era solo L'Azione che cadeva; sospendeva le pubblicazioni anche Il Don1ani d'Italia, quotidiano democristiano di Napoli. Era un periodo politico che finiva, il periodo dell'immediato dopoguerra, per lasciare il posto all'Italia del 2 giugno e del 18 aprile. Cadevano i quotidiani di partito, si spegnevano le vivaci polemiche di stampa, riprendevano dominio i tradizionali giornali indipendenti del mattino. Anche Il Giornale doveva poco dopo trasformarsi, da quotidiano del partito liberale, in quotidiano liberale indipendente. Solo i comunisti tenevano ferme le loro posizioni e . si preparavano ad intensificare lo sforzo di penetrazione 11el Mezzogiorno. Le elezioni si avvicinavano, gli uomini politici cominciarono a fare calcoli. Il P. d'A. si sfasciò. La « sinistra» di Lussu bloccò con l'azionismo della Resistenza e dell'esilio, la « destra» lasciò 'il partito. Dorso, che era già tornato ad Avellino, non andò neppure al Congresso. Diceva che, passato il tempo per l'azione politica, voleva dedicarsi agli studi e « teorizzare la nuova situazione ». Prima, però! volle combattere la sua battaglia elettorale per 2 D'altra parte, anche L'Italia libera, diretta da Leo Valiani, era stata costretta a chiudere. 46 Bib1iotecaginobianco
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