I Guido Dorso e « L'Azione » che sabotavano ogni tentativo di impostare seriamente i problemi. Una volta gli domandai che tesi, in definitiva, questi signori sostenessero. E lui, nel suo inimitabile dialetto: « Parlano, parlano ... », e, quasi con smarrimento: « Chissà che ci sta in quelle teste ... » . .Non che il P. d'A. al Sud fosse libero dai professionisti del rivoluzionarismo verbale; e vivo era ancora, del resto, il ricordo della vittoria ottenuta da Lussu al Congresso centro-meridionale del P. d'A. a Cosenza. Dorso raccontava con il suo solito scetticismo per i congressi e le mozioni, di avere firmato tutte e due le mozioni, quella della cosiddetta destra e quella della cosiddetta sinistra, per dimostrare che esse, dopo tutto, erano « identiche ». Ma, dopo la vittoria di Lussu, egli vide La Malfa scoraggiatissimo e presago delle prossime rovine del partito, e Io esortò a sdrammatizzare. Certo si è che l'impostazione fondamentale data dal P. d'A., dal '43 in poi, era stata in gran parte voluta dalla destra, ed al Congresso di Roma del febbraio '46 La Malfa poteva rivendicare una coerenza di visione e di azione nel Centro-Sud, cui non aveva corrisposto nessun sostanziale contributo del Nord. Non trascurabile era stata, infatti, la parte avuta da La Malfa nell'ottenere che i C.L.N. accettassero l'impostazione che doveva poi condurre alla Costituente ed alla vittoria repubblicana . . Quando sorse L'Azione, Guido Dorso se ne venne ad alloggiare a Napoli in una camera mobiliata a viale Elena, da dove raggiungeva la sede del giornale, a Vico Rotto San Carlo, col tram n. 2, la mattina verso le 7. Poi il sabato a mezzogiorno prendeva il treno per Avellino per vedere la moglie e la figlioletta di 4 anni; ritornava al giornale il lunedì pomeriggio. Era venuto con grande entusiasmo. Ma gli bastò arrivare alla sede de L'Azione e parlare con Pasquale Schiano, segretario centro-meridionale del P. d'A., per rendersi conto della precarietà dell'iniziativa. Il giornale doveva uscire a giorni e ben poco era pronto, dal punto di vista amministrativo e redazionale; non c'erano fondi, non c' eran0 vetri alle finestre. Quando Dorso diceva a Schiano: « questo giornale ci sta e non ci sta », le sue parole venivano. sommerse da vivaci proteste del suo interlocutore, il quale aveva la coscienza di aver fatto tutto il possibile per organizzare il giornale, e sapeva che al di. là di quei modesti risultati non si sarebbe potuti andare. Fin dai primi momenti in Dorso coesistettero, dunque, un profondo ed- ironico scetticismo e grandi speranze. Aveva capito che il giornale era avviato su basi molto incerte, ma si rifiutava di crederlo. Quando fui mandato - assieme 37 Bibiiotecaginobianco
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