Nord e Sud - anno XVIII - n. 139 - luglio 1971

I Contadini e agricoltori nell'avvenire del Mezzogiorno La conseguenza è, in questo campo come in altri, che, i~vece di lavorare concretamente alla risoluzione dei problemi, seguendo le linee che la stessa naturale evoluzione ha segnato e che la ragione addita, si batte il passo e ci si perde in azioni inconsistenti. L'evoluzione indicata, che io ritengo inevitabile·, si realizzerà, pertant·o, ma con ritardo, perché, già mat11ra, per così dire, nelle cose, non lo è ancora nelle coscienze. Perché lo divenga occorre lavorare intensamente nel Mezzogiorno. La lotta per la riforma dei contratti agrari non si risolverà solo in Parlamento, ma dovrà concretamente svilupparsi in ogni luogo con la moderazione e l'ostinazione di un'azione riformistica che le campagne meridionali ancora troppo scarsamente conoscono. L'azione diretta all'allargamento della proprietà coltivatrice, al suo riordinamento, alla sua assistenza e trasformazione ha anche bisogno di un'azione capillare, di esempi, di iniziative individuali, del loro coordinamento, in modo da rendere sempre più ~fficace una legislazione che già esiste e potrà essere rafforzata. Lo stesso si dica per il concreto avvio delle organizzazioni cooperative, dell'assistenza tecnica, dell'educazione popolare, campi tutti che richiedono accordi iniziali di piccoli gruppi, lavoro paziente, sviluppo graduale delle iniziative . . Le strade di sviluppo del Mezzogiorno sono queste, non altre. Ma perché siano molti coloro che si decidono a percorrerle, occorre anche avere una visione chiara di quel che è successo e di quel che succederà, del processo evolutivo nel quale viviamo, delle sue mète possibili, degli sforzi che occorrono per raggiungerle. È per questa convinzione e con questa intenzione che ho voluto tentare questo esame del passato e del possibile avvenire dell'agricoltura meridionale. Ora che l'ho finito, riconosco quanto di arbitrario e di incerto esso contenga, ma 11éarbitraria né incerta mi sembra la visione d'insieme dei problemi, e in ogni caso meritevole di ulteriore meditazione. MANLIO ROSSI DORIA (maggio 1955) processo di formazione e stabilizzazione delle loro imprese, nel quale è l'avvenire di una parte almeno dei lavoratori meridionali. La ragione di questo insuccesso va ricercata non tanto nel carattere delle agitazioni sviluppate, che pur rappresentano un momento importante di quel proces~o; non tanto nella resistenza opposta dalle classi possidenti, quanto nel fatto che - respingendo una prospettiva riformistica - da parte del partito comunista non si sono potuti consolidare i resultati più notevoli di quelle agitazioni nelle uniche forme, moderate e riformistiche, nelle quali ciò sarebbe stato possibile. 35 Bibiiotecaginobianco •

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