!vlanlìo Rossi Daria una agricoltura integralmente affidata a stabili categorie di contadini e di agricoltori proprietari. È talmente ovvia una tal conclusione che non dovrebbe esserci alcuna esitazione nella immediata e coerente approvazione e applicazione della politica che sola vi corrisponde. Senonché - e questo articolo non assol,,erebbe al suo compito se non lo dicesse esplicitamente - siamo ben lontani da questa unanimità di consensi ed è probabile che continueremo ad esserlo per molto tempo. La ragione di una .tal previsione, infatti, è che, malgrado che nel Mezzogiorno, come altrove, prevalgano le forze sociali e politiche interessate a una tale impostazione e risoluzione dei problemi, queste sono oggi dominate dagli spettri del passato e dai conflitti del presente e di conseguenza incapaci di guardare le linee di sviluppo e le prospettive dell'avvenire. I contadini e gli agricoltori, che dovrebbero muoversi 11elsenso indicato, si agitano e si muovono molto spesso in direzione opposta proprio perché, dominati dalle preoccupazioni del passato e del presente, sono incerti e confusi nei riguardi dell'avve11ire. Gli agricoltori sono così dominati da quel che è avvenuto attorno a loro da non saper riconoscere da qual parte stia il loro interesse. Invece di sentirsi, come imprenditori, sicuri di sé, vicini e solidali con i contadini, che sono oramai imprenditori come loro, si aggrappano alla difesa integrale della prqprietà redditiera, che nello spirito e nella sostanza rappresenta l'opposto di quel che essi sono e costituisce una minaccia e un ostacolo per la loro esistenza. I contadini, a loro volta - divisi tra loro, ancora stretti nella morsa della precarietà e onerosità dei contratti, sovraccarichi delle eccedenze demografiche che ne riducono i redditi già modesti, ignoranti e incapaci di quel miglioramento che già sarebbe possibile nelle loro imprese _:__non misurano la strada già da loro percorsa e non individua.no in modo preciso le mète possibili della loro personale attività e della loro lotta collettiva, preferendo perdersi in una protesta indifferenziata e inconcludente, che li allontana dalla risoluzione dei loro problemi invece di avvicinarveli 8 • 8 Quando si scriverà, col distacco che oggi non può esservi, la storia di questo decennio di vita democratica, molto ci sarà da dire su questo sviamento delle forze attive del Mezzogiorno dalle linee del loro naturale e ragionevole sviluppo e la responsabilità dei gruppi politici che hanno goduto in questi anni la fiducia di quelle forze apparirà in tutta la sua evidenza. Il partito comunista, in particolare - divenuto in questi anni, per i suoi meriti e per la tradizione e posizione impersonata, il portavoce e il centro di raccolta di molti degli individui più combattivi e capaci fra i contadini meridionali - ben poco ha potuto fare per migliorare gradualmente la sorte dei contadini e per far progredire quel 34 Bibliotecaginobianco
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