Nord e Sud - anno XVIII - n. 139 - luglio 1971

Contadini e agricoltori nell'avvenire del Mezzogiorno di contrattazione. Essa, infatti, parte dalla constatazione che la libertà di contrattazione ha per effetto sostanziale l'imposizione di redditi fondiari di carattere monopolistico 7 e il mantenimento in condizioni di precarietà dell'impresa coltivatrice nel momento stesso in cui questa diviene esclusiva responsabile del processo produttivo. Essa parte, cioè, dalla constatazione che tale libertà ha per effetto il mantenimento di condizioni contrarie all'interesse collettivo. Unica preoccupazione attenuativa della riforma potrebbe essere quella di consentire il ritorno della proprietà alla responsabilità dell'impresa o la partecipazione della stessa al processo di trasformazione e intensificazione dell'agricoltura, ciò che può essere appunto assic11rato lasciando aperte le due alternative di cui sopra si è parlato. È principalmente sulla base dei risultati di una legge di riforma dei contratti così concepita che diverrebbero possibili ed efficaci gli altri due obiettivi e strumenti della politica agraria precedenteme11te indicati. Fino a quando il mercato fondiario resterà caratterizzato dalla sopravvalutazione dei terreni in conseguenza della concorrenza dei coltivatori e della capitalizzazione di redditi fondiari monopolistici, la formazione di proprietà coltivatrice potrà solo verificarsi - come è avvenuto in passato - o in conseguenza di eccezionali svalutazioni mor1etarie, o a così duro prezzo da lasciare la proprietà coltivatrice tanto indebitata ed esausta da potersi difficilmente consolidare e migliorare. La drastica riduzione dei canoni di fitto e di conseguenza dei valori fondiari è, perciò, la condizione prima di quella politica di espansione della proprietà coltivatrice che rappresenta la mèta finale del processo di formazione e stabilizzazione delle imprese contadine. 7 Adopero qui, con1e ho già adoperato poco prin1a, il tern1ine di redditi monopolistici. In questo dopoguerra si è parlato a lungo tra noi dei cosiddetti « monopoli terrieri», ma con prevalente riferimento al fatto che la concentrazione della proprietà fondiaria impediva la formazione d'un mercato terriero e quindi l'accesso alla proprietà da parte dei contadini che avessero i mezzi per l'acquisto. Sul carattere monopolistico dei redditi fondiari derivati dall'applicazione dei contratti 9i affitto e colonia a coltivatori diretti, non soltanto nel caso delle terre nude, ma anche in quello delle terre trasformate, non possono esserci dubbi, la conferma trovandosi tra noi nella stessa diffusione di quei contratti e nel confronto dei redditi fondiari malgrado che a quei contratti corrispondano spesso terre più povere e organizzazioni aziendali meno razionali e quindi tali da assicurare in teoria rendite fondiarie o nulle o assai modeste. Non c'è, quindi, bisogno, per giustificare l'uso del termine, di disturbare Carlo Marx e la sua teoria della rendita assoluta, ma basta rifarsi ad Alfred Marshall, il quale esplicitan1ente riconosceva essere ìa rendita pagata dalle piccole imprese « sonzetime at a scarcity value », ossia una rendita di monopolio. 31 Bibiiotecaginobianco

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