Nord e Sud - anno XVIII - n. 139 - luglio 1971

Manlio Rossi Doria 2. Malgrado il peso che si riconosce alle :imprese familiari co11tadine e l'avvenire che si prospetta per esse, sarebbe un errore considerare chiusa l'epoca della media o anche grande azienda capitalistica in agricoltura. Uno dei principali danni dell'evoluzione « redditiera» della proprietà borghese nel Mezzogiorno d'Italia è rappresentato appunto dal fatto che all'impresa capitalistica sono stati posti limiti di convenienza troppo ristretti e non sono state accordate condizioni di stabilità. Ridotta o eliminata la concorrenza delle forme « redditiere » di godimento della proprietà, l'impresa capitalistica può riguadagnare un posto abbastanza grande nell'agricoltura meridionale. Tale posto può esserle assicurato, con generale vantaggio, grazie alla superiorità tecnica ed economica che la maggior dimensione dell'impresa, la maggior disponibilità di capitali, il più facile ricorso al credito e la più solida situazione rispetto all'instabilità dei mercati sempre assicureranno alla media e grande impresa rispetto all'impresa familiare. In particolare, nei luoghi nei quali deve ancora attuarsi un radicale processo di trasformazione fondiaria, ogni sforzo deve essere fatto per facilitare la ripresa e il consolidamento di questo tipo d'impresa, che meglio e più agilmente di altri si è dimostrato capace di attuare lo sforzo rapido e massiccio della trasformazione degli ordinamenti agrari. 3. Opportunità di determinare un processo di diradamento e stabilizzazione delle imprese familiari contadine ed opportunità di riguadagnare spazio alle imprese capitalistiche non si contraddicono, ma solo convergono a dimostrare la convenienza per la collettività di scoraggiare e progressivamente eliminare le forme « redditiere » di godimento della proprietà terriera. La possibilità giuridica e pratica -della scissione tra l'impresa e la proprietà terriera ha, infatti, progressivamente tolto a questa il carattere funzio11ale e ne ha di conseguenza accentuato il carattere di privilegio sociale e monopolistico. Le rendite e i valori fondiari, sotto la pressione di popolazioni agricole troppo dense e della periodica svalutazione degli altri beni, hanno assunto troppo spesso valori monopolistici ben diversi da quelli differenziali, che soli l'analisi ·economica giustifica, e in quanto tali hanno rappresentato un ostacolo alla stabilità delle imprese e al progresso dell'agricoltura. L'eliminazione della proprietà « redditiera », privilegiata e senza alcuna .funzione, se non accidentale, nel processo produttivo, è, pertanto, nell'interesse della collettività, anche se il processo, attraverso il quale essa si attuasse, dovrebbe tener conto del fatto che a una Bib1iotecaginobianco

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