C,011tadini e agricoltori nell'avvenire del Mezzogiorno Nel settore in cui l'agricoltura meridio11ale resta, invece, a11:. cora, caratterizzata dagli ordinamenti estensivi, la situazione va realisticamente affrontata lungo due principali direttive: quella della loro trasformazione - dove ciò sia possibile - in ordinamenti intensivi modernamente organizzati e resi stabili o altrimenti - dove tale trasformazione non risulti economicamente convenie11te - quella del consolidamento degli stessi ordinamenti estensivi .. Tale co11solidamento andrà realizzato, nelle terre più povere e acclivi, mediante l'abbandono della coltura e il ritorno alla utilizzazione pascoliva e boschiva (sia pure migliorata sulla base della corrispondente tecnica moderna), mentre che sulle terre migliori - caratterizzate, tuttavia, dalla severa. incidenza delle aridità, dalla impossibilità del ricorso alla irrigazione e dalla no11 convenienza degli impianti arborei, ossia dalla impossibilità del passaggio agli ordinamenti intensivi - tale consolida1nento potrà essere realizzato mediante l'instaurazione di ordinamenti cerealicolo-foraggeri estensivi, basati sulla meccanizzazione più spinta e sul ritorno agli allevamenti bradi, sia pure modernamente controllati e potenziati 3 • È sufficiente un così breve accenno alle vie per le quali l'agricoltura meridionale può solo rinnovarsi e svilupparsi, per intendere quanto profonde debbano essere le trasformazioni strutturali e organizzative nella società agricola meridionale. Da u11.lato, infatti, quelle innovazio11i, dovendosi e potendosi n1igliora1nento tecnico degli strumenti di lavoro anche i più modesti, alla sistematica razionalizzazione delle operazioni culturali e aziendali, alla riduzione o modernizzazione del trasporto dei lavoratori e delle cose dai luoghi di residenza o di conseguimento a quelli d'impiego. Per quanto riguarda, infine, l'organizzazione del n1ercato e della trasformazione industriale dei prodotti agricoli troppo noti sono gli infiniti aspetti che un processo di modernizzazione assume. In ciascuno di questi campi la strada da percorrere nel Mezzogiorno è enorme e lo sviluppo relativo dovrà essere accompagnato e realizzato mediante un'assidua azione di sperimentazione, di educazione e di assistenza tecnica. 3 Queste prospettive per le zone estensive sono, per così dire, le prospettive finali, corrispondenti ad una situazione nella quale gli uomini siano conservati all'agricoltura non perché non sanno dove altrin1enti andare, 1na perché nell'agricoltura trovano un'occupazione, un reddito, un soddisfacimento dei propri bisogni altrettanto elevati quanto quelli che potrebbero trovare nelle attività non agricòle. È, infatti, a questa prospettiva che dobbiamo -anche noi, seppure con l'anticipo di qualche decennio, cominciare a guardare, con1e oramai fanno le popolazioni agricole degli altri paesi europei, 1nodernamente sviluppati. Ciò non toglie che, prin1a di raggiungere una tale situazione, occorrerà passare attraverso altre situazioni intern1edie nelle quali il processo di sfollamento delle campagne, di 1nodifica dei rapporti GOntrattuali, di ordinamento delle imprese, sarà tutt'altro che co1npiuto e. porrà, con la sua incon1pletezza, problemi difficili e soluzioni meno razionali. In quest'articolo, tuttavia, dedicato ad illustrare, per così dire, la conclusione secolare di una evoluzione secolare, su queste fasi intermedie e gli infiniti loro aspetti e problemi di proposito non ci si vuol fermare. 25 Bibiiotecaginobianco
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