Nord e Sud - anno XVIII - n. 139 - luglio 1971

Aldo Garosci D'altra parte, i movimenti cl1e hanno una· profonda ispirazione di libertà non mettono capo su regimi monolitici, su regimi di unanimità, ma su una varietà di esperienze. Perché il senso della libertà dovrebbe conservare la stessa lama affilata adesso che si tratta di discriminare l'atteggiamento di uomini e di partiti in un complesso equilibrio, nel quale le esigenze profonde sono in relazione sempre mobile - e tra loro, e con la vera, profonda ispirazione, e con il programma e il mito ufficiale - la stessa lama che esso aveva quando, invece, si trattava di tagliare la cancrena di un sofisma capitale? I motivi ideali che ci hanno spinto a operare e a pensare la nostra storia continuiamo a sentirli vivi, senza bisogno di riaffermarli in generale, mentre andiamo, invece, riaffermandoli nel particolare dei nostri studi e delle nostre polemiche. E tuttavia mi pare che la reazione contro le ideologie, i miti, le superstizioni sia andata anche oltre il segno; che essa possa aver intaccato gl'ideali, la ragione, le religioni. Certo, i partiti, non solo in Italia, ma nel mondo, abbandonano gli schemi. È possibile un'esperienza autoritaria, in Francia, senza che ci sia fascismo, senza che la sostanza vitale del paese sia toccata. È possibile che noi abbiamo in Italia i più grandi partiti i quali si richiamano a ideali o trascendenti o materialistici e che la libertà e il pensiero non corrano vero pericolo, ma la nostra cultura sia viva e vivace. È possibile che sul suolo renano calpestato da Hitler alligni l'americanismo. È possibile che l'etichetta dei partiti sia diventata una indicazione storica, la quale designa piuttosto il nome degli antenati cl1e l'identità individuale; e che essi stessi si sentano come qualche cosa di relativo (fatta per ragioni di tattica, oppure no, la dichiarazione di Amendola sulla non necessità del suo partito, è qualche cosa un tempo inconcepibile). Eppure, sotto a questo venir meno di dogmi, non si sente ancora scorrere il fiotto vivo di un qualcosa di diverso: di una vita veramente nuova. Ci seinbra piuttosto di essere in un periodo di pausa che in un periodo di irrompenti energie; e l'orizzonte prossimo è dominato da troppe linee piatte per essere soddisfatti. Va bene la demitizzazione; va bene la demistificazione; va bene la destalinizzazio11e; va bene il Concilio; ma sotto che segno si muove tutto questo, che non osa dire il proprio nome? Quando si passerà dai cauti accomodamenti, all'asserzione· positiva della forza che li giustifica? Sarebbe forse troppo facile fare, in proposito, dei richiami politici in una rivista che, come « Nord e Sud », fa la critica della 20 Bioliotecaginobia_nco

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