Nord e Sud - anno XVIII - n. 139 - luglio 1971

Aldo Garosci successe in Germania, che l'aveva avuta); un altro nobile spirito come Gramsci si interdiceva di pensare a qualsiasi intermediazione tra il suo programma e le cose; sarebbe stata la storia, e non la pretesa socialdemocratica dell'accomodamento, che avrebbe reso a ciascuno il suo, fermando la linea intermedia. Ora non dico che questi atteggiamenti siano scomparsi, che non ce ne sia una nostalgia tra i giovani (su ciò ritorneremo); ma ciò accade solo perché nessun atteggiamento scompare mai totalmente. Oggi l'intransigenza va tra uomini intelligenti difesa e giustificata caso per caso, . proprio come toccava fare a Filippo Turati per la sua linea moderata nel 1919. E, quel che è più notevole, non c'era, nella difesa, beninteso oratoria, dell'intransigenza, nessuna differenza tra il buono e il cattivo, ma generale era l'atteggiamento chiuso: alla eroica solitudine di Gobetti, da una parte, corrisponde, dall'altra, il vanto di Mussolini che ,< chi non è con noi è contro di noi». :È un miglioramento questo generalizzarsi dell'atteggiamento non ideologico, questo ritorno di empirismo? Miglioramento o no, è facile vedere quel che l'atteggiamento ideologico, o religioso, o rnitico, aveva prodotto in certi problemi vitali per l'Europa del primo dopoguerra; quando era pressoché inconcepibile che si muovesse all'assalto dei problemi se non si era forniti di una formula di semplificazione totale, senza un concetto o mito o idea che implicasse anche l'azione prossima. C'erano i miti del collettivismo e del capitalismo che impedirono agli Europei del primo dopoguerra di vedere le realtà degl'investimenti, della distribuzione, della produttività; che impedirono persino di scorgere a tempo quel che andava maturando nei rapporti tra le classi. C'era un mito della guerra passata che, mentre tra le classi dirigenti d'Occidente mise capo alla rivendicazione della guerra totale, nell'orrore delle masse per le sofferenze subìte mise capo al mito opposto del grande paese che solo aveva messo fine alla guerra, l'Unione Sovietica, diverso per natura da tutti gli altri, anticipante sul futuro. E, naturalmente, l'orrore massimo tra i mostri che pretendevano all'assoluto era riservato al più chiuso di tutti i miti, quello razzista hitleriano, che isolava il seguace di esso da ogni riconoscimento della propria identità con quella di un avversario, che lo ricacciava per programma al livello della bestia, imbestiando intanto se stesso. « Tantum religio potuit suadere malorum ». Quello che la nostra generazione ha visto di orrori in fatto di religioni laiche ci ha per sempre guariti dall'orgoglio verso le passate religioni teocratiche; anche le convinzioni fondate sulle filosofie umanistiche, 18 BibliotecaGino Bianco

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