Ugo La Malfa e dell'azione da condurre. Quando si afferma, come afferma Foa, che « integrazione e sviluppo del Mezzogiorno sono incompatibili tra loro », si è al di là di ogni obiettivo esame del problema, e si professa un atto di fede che non ha nulla da invidiare alla credenza nei miracoli di Lourdes. Voler risolvere il problema del Mezzogiorno guardando all'Est e alle civiltà dell'Est, significa ignorare i dati fondamentali della geografia, della storia e della civiltà del Mezzogiorno; significa costruire, sulla depressione del Mezzogiorno, un'altra depressione che sarebbe, in questo caso, di ordine soprattutto intellettuale. Tuttavia, se i fatti esposti danno ragione alla tesi fondamentale degli intellettuali democratici, e se la via da loro seguita si può considerare la via giusta, occorre domandarsi dove sono le forze che possono alimentare questa posizione, che possono spingerla avanti, che possono dare al Mezzogiorno un volto moderno. La carenza di organizzazione, di spinta, di proselitismo, di propaganda di un ideale concreto, storicamente vero, è uno degli aspetti più gravi della crisi democratica del. nostro paese. Ripeto, il problema del Mezzogiorno è stato visto, in questo secondo dopoguerra, in maniera esatta; ma è stato visto illuministicamente, come riformismo dall'alto. Sorgeva, sì, la Cassa per il Mezzogiorno, ma l'opinione locale continuava ad oscillare tra la fede acritica nel partito di Alicata e le parate azzurre di Lauro e di Covelli. Il Mezzogiorno si apre a nuova vita, ma i giovani meridio11ali democratici sono, nei confronti dell'opinione pubblica meridionale e delle forze meridionali, nelle condizion.i in cui sono stati De Viti De Marco o Giustino Fortunato o Guido Dorso. Minoranze che combattono una giusta battaglia, che hanno, a differenza dei primi, provocato una polit.ica di riforme da Roma, ma che non hanno potuto raccogliere, nel Mezzogiorno, le forze di appoggio all'ideale di t111a democrazia moderna, di un new deal italiano. Mi auguro che questa grave lacuna possa essere colmata e che i giovani meridionali possano acquistare la coscienza alta della civiltà della loro terra e di un suo possibile inserimento nel mondo della democrazia moderna; senza l'adorazione di miti e forme, che appartengono ad altre civiltà e ad altre esperienze storiche e sociali, e senza il ristagno in una vita senza ideali e senza scopo. UGO LA MALFA (dicembre 1954) 16 Bib1iotecaginobi.anco
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