Nord e Sud - anno XVIII - n. 139 - luglio 1971

I Mezzogiorno nell'Occidente zioni ambientali, altrimenti caratterizzate da processi lentissimi di trasformazione. Questa connessione è oggi coraggiosamente attuata, superando - e questo sa di miracolo - le violente opposizioni ed i violenti contrasti di interesse che almeno due degli aspetti della politica meridionalistica (riforma agraria e liberalizzazione degli scambi) avrebbero determinato. E che la connessione fosse elemento fondamentale di ogni azione nel Mezzogiorno, si può dedurre dal semplice fatto che senza un massiccio investimento di capitali, non solo sulla terra espropriata, ma anche nell'ambiente economico generale nel quale opera l'esproprio, la riforma agraria non avrebbe avuto senso alcuno. Ma anche la Cassa per il Mezzogiorno, con1e grandioso organo di sviluppo degli investimenti, sia nel campo agricolo e dei lavori pubblici, che 'nel campo industriale, avrebbe perduto gran parte del suo valore. La liberalizzazio11e degli scambi, sopravvenuta nel 1951, a qualche anno dalla riforma agraria e dalla Cassa per il Mezzogiorno, ha chiuso il cerchio. Da una parte, calmierando il costo dei beni di investimento attraverso la libera importazione, ha ampliato il volume stesso degli investimenti possibili. Dall'altra parte, aprendo i mercati alla nostra esportazione, in contropartita alla liberalizzazione delle nostre importazioni, ha non solo frenato il processo autarchico di molti paesi esteri, dannoso soprattutto all'economia meridionale, ma ha posto una ipoteca sull'economia di consumo dei mercati del Centro e del Nord Europa, in favore della probabile espansione della produzione meridionale 4 • Il complesso dell'azione predisposta in questo secondo dopoguerra a favore del Mezzogiorno, e quella che dovrà svilupparsi domani, tende, naturalmente, non solo a diminuire lo squilibrio fra Italia del Nord e Italia del Sud, ma ad i11tegrare l'economia del Mezzogiorno nell'economia dell'Europa occidentale, chiudendo un processo che ha già avuto largo svolgimento sul terreno culturale e spirituale. Ma, a questo proposito, no11 posso ignorare la grave posizione di critica che un intellett:uale ex azionista, e di recenti convinzioni socialiste, ha assunto rispetto a questo processo e rispetto al giudizio della Commissione eco~omica per l'Europa. Intendo 4 Questo significato di una politica degli scambi rispetto al problema del Mezzogiorno è riconosciuto· dalla Co1nmissione economica per l'Europa, quando essa afferma (op. cit., pag. 140) che la « capacità di ilnportazione è il limite al quale la politica economica italiana esplicitamente adatta la velocità di sviluppo del Sud ». 13 Bibiiotecaginobianco

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