Davide nel rea,ne di Marx bisogna andare oltre: l'antisemitismo, nell'URSS, dimostra che un autentico regime socialista non può fondarsi sulla illibertà. È questo che rende possibili le « dege11erazioni ». Quando manca la libertà può accadere - come accade - che il pregiudizio razziale venga sfruttato ed alimentato dall'alto per stornare verso falsi obbiettivi ogni forma di scontento popolare. Così, nell'URSS, si e fatto e si fa degli ebrei il capro espiatorio non soltanto dei mali economici che aflliggo110 la società sovietica, ma anche della incrinata compattezza del blocco « socialista » (e meno male che in Cina non vi sono ebrei); e si sfruttano i filoni del peggiore antisemitismo « classico » per giustificare sul piano dell'ideologia certe scelte di politica estera che qui non discuterò, ma che innegabilmente si inserisco110 nel solco di una spinta, vecchia di secoli, ir1 direzior1e del Mediterraneo. Su quest'ultimo punto vorrei, peraltro, essere chiara: quand'anche la politica filo-araba dell'Unione Sovietica fosse una politica « ideologica» - il che non è, né potrebbe essere - sarebbe pur sen1pre gravissimo far ricadere le eventuali « colpe » dello Stato di Israele sugli ebrei cittadini di altri paesi (e lo sdegno dell'opinione pubblica mondiale per le forche dell'Irak è, a questo riguardo, significativo). Ebrei che, se cittadini di paesi comunisti, non posso110 neppure difendersi, né richiamarsi alle garanzie costituzionali, proprio perché nei paesi comunisti vige uno stato di illibertà. Non è certo un caso che in Cecoslovacchia la liberalizzazione si sia accompagnata alla immediata messa sotto accusa dell'antisemitismo e alla de11uncia del vero significato del cosiddetto « antisionismo ». Ma v'è un aspetto della questione che ci interessa ancor più da vicino. La deliberata confusione tra « ebraismo » e « sionismo »; l'identificazione del « sionismo » con l'imperialismo; la presentazione del conflitto arabo-israeliano come scontro tra masse rivoluzionarie e reazione capitalistica (malgrado il carattere tutt'altro che « rivoluzionario » dei regimi arabi: si pensi al massacro dei comunisti in Irak effettuato nel febbraio 1963 proprio dal Baath, partito « antimarxista » per eccellenza) possono creare anche da noi quell'assurdo cui accennavo all'inizio dell'articolo, l'assurdo cioè di un« antisemitismo di sinistra ». Voglio perciò citare un'ultima volta Romano Ledda: « l'antisemitismo cercò di identificare sionismo e giudaismo », scrive Ledda, « dando vita- a quella mostruosa falsificazione storica che sono I protocolli di Sian, fabbricati dalla polizia zarista e utizzati poi. largamente dal nazismo, nella denu11cia di un preteso ' complotto mondiale ' degli ebrei (con la complicità, si ricordi, dei comunisti). In realtà nessu11a confusione è possibile 127 Bibiiotecaginobianco
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