I Davide nel rea1ne di Jvlarx zioni che il socialismo non è e non sarà mai questo; e che per loro, benché sia mille volte più difficile di prima, la battaglia continua ». « L'Unità », evidentemente, è stata di avviso diverso. In Cecoslovacchia, i sovietici hanno tentato di appiccicare al « socialismo dal volto umano » l'etichetta della « cospirazione sionista». Non starò a riferire dettagliatamente di questi tentativi (11no dei quali ha rappresentato un clamoroso infortunio: precisamente l'accusa rivolta dalle « Isvestia » al ministro degli esteri Jiri Hajel<. di essere in realtà un ebreo di nome Karpeles, che durante la guerra avrebbe lavorato per le forze naziste di occupazione allo scopo di salvarsi la vita. E invece lo si confondeva con Bedrich Hajek, un vecchio comunista ceco che effettivamer1te si chiamava Karpeles, era ebreo, aveva trascorso il periodo della guerra a Londra - e perciò non era stato in grado di collaborare con i nazisti in Cecoslovacchia - e al suo ritorno, probabilmente per « assimilarsi », aveva assunto il nome di Hajek). Ma l'unanimità del paese (n'el quale gli ebrei sono appena 17.000) a sostegno della «controrivoluzione» ha certo compromesso la buona riuscita del tentativo sovietico. Già il 26 agosto un commentatore della radio cecoslovacca osservava sarcasticamente: « Finalmente abbiamo saputo chi sono i responsabili della inesistente controrivoluzione cecloslovacca: ce l'ha detto la stampa ufficiale degli occupanti, e ce lo ha detto nel modo raffinato ed eufemistico che è loro consueto. No11 dicono apertamente 'gli ebrei'. Dicono: 'il sionismo internazionale' ... ». Ed anche in seguito, la reazione dei cechi a questo tentativo sovietico è stata fermissima. Ricorderò soltanto la dichiarazione dell'Unione degli Scrittori (riportata da« Prace » del 5 ottobre) in seguito agli attacchi lanciati dalla sovietica « Literaturnaia Gazeta » contro Edvard Goldstiicker. Questi attacchi, dice tra l'altro la dichiarazione, ricordano « per linguaggio e contenuto gli attacchi con i quali i razzisti hanno perseguitato il professòr Goldstticker a causa àel suo comportamento di socialista e di patriota ». Nella prefazione al libro di Abram Léon, Nathan Weinstock scrive che « la sorte degli ebrei nell'Unione Sovietica e negli Stati operai mette in evidenza le deformazioni burocratiche di questi regirr1i di transizione verso il socialismo ». Attribuire la colpa delle persecuzioni antisemitiche all'autocrazia staliniana, afferma Weinstock, è una spiegazjone che· non regge; le persecuzioni riflettono « una profonda degenerazione dello Stato sovietico, percettibile a tutti i livelli della società ». 125 Bibiiotecaginobianco
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