Rosellina Balbi provocare proteste del genere, in modo da spargere il panico, e decide di protestare direttamente presso Kossighin, che è atteso a Praga. Difatti, Kossighin arriva e Dubcek gli dice con1e sia inammissibile che i sovietici ·vogliano colpire il partito comunista ceco, attraverso uno dei suoi più rappresentativi membri. Kossighin allora gli spiega che il partito comunista ceco non c'entra: quello di Mlinar è u11caso speciale.« Tu sai che Mlinar ha una nonna ebrea? », Dubcek è sbalordito.« Una nonna ebrea? E che me ne importa?>; « Non è questione se te ne importi o no » replica seccamente Kossighin. « Si tratta di fatti. C'è un complotto sionista che vj stiamo aiutando a scoprire, visto che da soli non sapete farlo ». Dubcek non crede alle sue orecchie. Ribadisce la sua protesta e poi convoca Mlinar. Costui smentisce: non è vero niente. Ma poi fa una ricerca, e due giorni più tardi scopre che, effettivamente, una delle sue nonne era ebrea. I suoi genitori non avevano mai pensato ad informarlo di questo particolare. Ma la polizia sovietica ne era al corrente. Non è questo il solo episodio· riferito da Jean Daniel. Egli riporta anche la testimonianza di Nathalia Gorbanevskaia (che non è ebrea), la poetessa che insieme con Pavel Litvinov, Larissa Daniel e pochi altri partecipò alla manifestazione del 25 agosto sulla Piazza Rossa per protestare contro l'invasione della Cecoslovacchia (« Nord e Sud » ne ha parlato in una « nota della redazione » del novembre scorso, e vi accenna Aldo Garosci nella sua1 relazione): quando gli agenti del K. G. B. si precipitarono sui dimostranti, lo fecero al grido di: « Sono tutti degli sporchi ebrei! ». E Daniel riferisce anche le accuse di « cospirazione sionista contro il regime » montate contro gli studenti di Varsavia, e le tesi sulla « proporzionalità etnica » di Werblan, capo çlella sezione culturale del Comitato centrale del Partito comunista polacco. Mi sembra opportuno riportare testualmente le affermazioni conclusive di Jean Daniel, che non possono non interessare da vicino i lettori italiani. Scrive Daniel che alcuni di questi fatti « sono stati riferiti contemporaneamente alla redazione del 'Nouvel Observateur' e alla redazione de 'l'Unità', organo del Partito comunista italiano. I nostri informatori sono comunisti e intendono restarlo. Nessuno di loro è ebreo, sionista e neppure pro-israeliano. Ci domandano se la paura dell'anticomunismo e il timore di ·veder gioire gli alleati dell'imperialismo ci impediranno di denunciare le scandalose e ingiustificabili perversioni di ciò che ancora viene chiamato il ' socialismo sovietico '. Ci scongiurano di dire alle giovani genera124 Bibliotecaginobianco
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