Nord e Sud - anno XVIII - n. 139 - luglio 1971

Rosellìna Balbi al soldo di Israele. E neppure lo si può accusare di essere male informato: altrimenti il suo « Tribunale », sul conto del quale i comunisti hanno speso tanti elogi, non avrebbe più valoré né significato. Pertanto, i comunisti non polemizzano con Bertrand Russell: preferiscono, per questa volta, ignorarlo. È indiscutibile, comunque, che il risveglio dell'a11tisemitismo nei paesi dell'Est europeo non è avvenuto per caso. E ,1ale la pena, mi sembra, di tentare un'analisi dei motivi che hanno determinato nell'URSS questo risveglio, cercando di inquadrarli nella realtà di un paese che pretende la leadership del movimento operaio internazionale. Come vedremo, nessuno di questi motivi è coerente con i valori del socialismo (o del comunismo); non solo, ma neppure si possono identificare, questi motivi, con le necessità di difesa dell'URSS (necessità tante volte invocate - vedi il patto Hitler-Stalin - per giustificare certe singolari svolte della politica sovietica). Può essere utile, credo, prendere le mosse proprio dal saggio di Léon sulla questione ebraica. In polemica con gli storici di formazione idealist~, Léon nega che l'antisemitismo tradizionale affondi le proprie radici nell'isolamento in cui si trovò l'ebraismo - solo elemento eterodosso dopo il trionfo del Cristianesimo - all'indomani della caduta dell'Impero romano. Léon riassume l'analisi della questione ebraica così come è stata condotta dalla scuola idealistica (analisi che egli, come ho detto, respinge): «gli ebrei della Diaspora non costituivano affatto un gruppo sociale omogeneo all'epoca delle invasioni barbariche, in quanto attività come l'agricoltura, l'industria e il commercio prevalevano fra di loro. Sono state le persecuzioni religiose continue che li hanno costretti a trincerarsi sempre più nel commercio e nell'usura. I Crociati, per il fanatismo religioso di cui erano imbevuti, hanno accelerato moltissimo questa evoluzione che ha trasformato gli ebrei in usurai e li ha relegati nei ghetti ». Léon dissente, dunque, da questa impostazione. Egli sostiene che la causa dell'antisemitismo non è la « alterità » religiosa degli ebrei, bensì il ruolo economico che essi un tempo svolgeva110, ossia l'attività mercantile. Ora, qualsiasi società basata sulla produzione di valori d'uso è ostile ai mercanti: di qui l'ostilità nei confronti degli ebrei. Poi, col modificarsi dei rapporti di produzione, ecco che il ruolo economico degli ebrei si esaurisce, ed essi tendono ad assimilarsi. Ma nell'Europa Orientale il ritardo del processo economico, lo squilibrio fra lo sgretolamento del feudalesimo e lo svi}uppo del capitalismo, schiacçiando la piccola borghesia, deter116 Bib·I iotecaginobianco

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