Rosellina Balbi si sarebbero anzi qualitativamente aggravate, perché recepite, più o meno ufficiosamente, dalla stessa dirigenza del paese, che se ne sarebbe servita come di uno strumento a doppio uso, buono cioè per la politica interna come per la politica estera. Come è noto, da parte comunista si nega che nell'URSS e nelle altre « democrazie popolari » vi siano fenomeni di antisemitismo; e si sostiene che tutt'al più sia lecito parlare di « antisionismo ». È questa una tesi dettata da preoccupazioni comprensibili: se non la si accetta, difatti, si finisce col mettere in discussione la stessa fedeltà dei regimi dell'Europa Orientale ai principi del comunismo. Se l'antisemitismo « si manifesta nelle file del movimento socialista o in un paese socialista » - cito ancora una volta « l'U11ità » e Romano Ledda - « allora si deve dire che in quella società socialista vi è qualcosa di irrisolto, da combattere duramente perché indice di un residuo reazionario che è in contrasto con la scomparsa delle radici sociali della questione ebraica e dell'antisemitismo ». Ma il fatto è che nei paesi dell'Est et1ropeo si deve parlare proprio di antisemitismo, sia pure contrabbandato sotto etichetta diversa. E non sono io a dirlo: lo dicono i fatti. In questo stesso numero di « Nord e Sud>) pubblichiamo le relazioni svolte al III Convegno sulla situazione degli ebrei nell'URSS, tenutosi a Roma nello scorso dicembre; e i lettori potranno trarre dalla trattazione dei vari aspetti della questione, un eloquente quadro d'insieme. Qui vorrei soltanto riportare parte di una « lettera aperta » inviata il 9 dicembre scorso da Bertrand Russell al leader comunista polacco Wladislaw Gomulka. Scrive Russell: « Le scrivo questa lettera aperta perché taluni recenti avvenime11ti verificatisi in Polonia non consentono il delitto del silenzio. L'ondcLta di antisémitismo che ha sommerso la Polonia esige che i socialisti, dovunque essi sia,zo, levino alta la loro voce contro una così grossolana deformazione del vivere sociale ». Dopo aver osservato che i processi contro gli studenti, il cui « orrendo delitto » è stato quello di « avere organizzato dimostrazioni contro la censitra e contro l'espulsione dei loro compagni, nonché di essere ebrei », Russell così continua: « nel corso degli ultimi diciotto mesi, la stampa, la polizia segreta ed il governo polacco hanno deliberatan1ente istigato all'antisemitismo. In base ad una logica contorta, tutti gli ebrei sono adesso sionisti, i sionisti sono fascisti, i fascisti sono nazisti, e quindi gli ebrei debbono essere identificati con quegli stessi criminali che hanno cercato, in tempi ancora recenti, di dist.ruggere l'ebraismo polacco. Centinaia di ebrei, diventati adesso 114 Bibliotecaginob.ianco
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