Nord e Sud - anno XVIII - n. 139 - luglio 1971

Rosellina Balbi Davide nel reame di Marx Si sono verificati recentemente in Italia un paio di episodi sui quali, io credo, mette conto riflettere. Questi episodi - a Roma, la comparsa di scritte antiebraiche nei pressi di un Liceo noto per le manifestazioni « contestatrici » dei suoi studenti; a Milano, le grida ostili di un gruppo filocinese all'indirizzo di giovani ebrei che sfilavano in segno di protesta per le forche di Bagdad - suggeriscono la possibilità, certame11te remota, ma non per questo meno allarmante, che l'antisemitismo, il quale, a volto scoperto, non è stato capace di far breccia nel nostro paese neppure al tempo della famigerata « Difesa della razza », possa oggi insinuarvisi sotto mentite spoglie; spacciandosi, cioè, come tendenza di sinistra anziché di destra, come valore rivoluzio11ario anziché come mitologia squallidamente reazionaria. Lo so, dire antisemitismo di sinistra è dire una cosa senza senso, sempre che per « sinistra » s'intenda quella parte politica che ha lottato e contint1a a lottare contro ogni spec'ie di privilegio e d'ingiustizia. Tuttavia non è lecito dimenticare che il tempo nel quale viviamo è tempo di esplosioni irrazionali; e dunque nulla vieta che l'assurdo si traduca in realtà. L'antisemitismo di sinistra non dovrebbe esistere; ma può esistere. Perché, non dovrebbe? La risposta è scontata. Chi ritiene che i diritti di un individuo, il giudizio che di lui si dà, le possibilità che gli debbono essere concesse, dipendano da un fatto casuale come può essere la nascita, accetta implicitan1ente l'esistenza di invalicabili barriere e discriminazioni tra uomo e uomo, ed anzi se ne fa sostenitore. A questo non si sfugge. Lo ha riaffermato recentemente Romano Ledda su « l'Unità » (del 18 dicembre scorso), rispondendo all~ non immotivate preoccupazioni espresse negli ultimi tempi dai lettori del quotidiano comunista: « è bene dire subito che l'antisemitismo - come ogni pseudodottrina razzista, o anche il semplice pregiudizio razziale - è assolutamente incompatibile con gli ideali e le idee di cui siamo portatori e sostenitori». Nel 1919, Lenin aveva proclamato solennemente: « Infamia e condanna al maledetto zarismo che ha torturato e perseguitato gli ebrei: infamia e co11danna · 112 Bibiiotecaginob.ianco

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