Nord e Sud - anno XVIII - n. 139 - luglio 1971

I Mezzogìorno nell'Occide11te molti strati sociali tra i più miseri e sprovveduti, di sapere dar loro un'orga11izzazione, di sottrarli all'oppressione, al clientelismo, al provincialismo, alla corruzione. Ma il limite obiettivo al comunismo, la sua reale difficoltà di conquista della vita italiana è dato, anche nel Mezzogiorno, anche 11ella desolazione economica e sociale della vita meridionale, dal1' esistenza di una tradizione storica e culturale di carattere occidentale. In altre parole, se il comunismo, come propagazio11e di una dottrina e di una esperienza proprie di un grande paese orientale, trova il suo limite obiettivo nelle condizioni di civiltà della Valle Padana e di altre zone d'Italia (e questo consente a scrupolosi osservatori di parlare di una saturazione del movimento comunista nel Nord e nel Centro d'Italia) e 11ella struttura, quindi, prevalentemente occidentale di quell'economia, un analogo limite esso trova nel Mezzogiorno, anche se l'ambiente economico è qui più arretrato e alcune condizioni più favorevoli. E lo trova, ripeto, o dovrebbe trovarlo, perché anche nel misero, nell'arretrato, nell'incolto, nel feudale Mezzogiorno, l'Occidente ed il suo spirito di libertà, la sua cultura, i suoi ordinamenti economici e sociali sono prese11ti, almeno come termini di paragone. Il contadino meridionale non è il milgik, anche se misero ed oppresso come quello. Del resto, la stessa celebre tesi gramsciana, sulla quale si fonda l'azione ideologica e politica del comunismo, la tesi secondo cui il rinnovamento della società scaturirà dall'incontro e dall'unione degli operai del Nord e dei contadini del Sud, mostra nei confronti, oltre che del Nord, del Mezzogiorno, la sua astrattezza dogmatica e il suo semplicismo schematico. La struttura econornica, sociale, culturale dei paesi dell'Occidente è troppo complessa perché si adatti allo schema operaistico con il quale Gramsci vede la realtà del Settentrione d'Italia. La differenziazione dei ceti, il relativamente alto livello di vita di alcu11i operai, l'articolazione della vita sociale nelle stesse campagne, costituiscono il limite all'espan., sione comunista, che più sopra abbiamo individuato. Ma quando si passa al Mezzogiorno, la distanza dal Nord, malgrado sia a11c0Ta troppo grande per assicurare una stabilità politica e sociale, è tuttavia troppo piccola perché elementi di confronto e di paragone non esistano, e perché la tesi strettamente classista conservi la sua validità in confronto ad altre valutazioni ben più complesse e ricche. Il contadino del Sud, e non s·olo il co11tadino, ma l'artigiano, l'operaio, il piccolo borghese, sentono istintivamente che l'operaio del Nord vive, proprio come operaio, in una condizione, in un am9 Bibiiotecaginobianco

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