Un « gruppo di pressione »: la Coldiretti tuta apparire addirittura schiacciante e che è stata interpretata come una vittoria ideologica, quasi che l'elezione dei dirigenti delle mutue rappresentasse davvero « quel censimento politico della categoria dei coltivatori diretti » che auspicava l'on. Bonomi su di un settimanale milanese 16 (e ricorderemo, per inciso, che la stessa interpretazione dette a quella elezione la grande stampa di informazione, la quale, salvo rarissime eccezioni, rinunciò per quella occasione ·ad ogni elementare cautela critica). L'ultim.a « battaglia » della « bonomiana » è ancora in corso di svolgimento, e riguarda, come abbiamo ricordato, la estensione della pensione invalidità e vecchiaia ai coltivatori diretti: questo sarà uno dei motivi della prossima campagna elettorale. Intanto, al Congresso dei dirigenti della Confederazione, tenutosi nei giorni 2-3 ottobre 1957, è stato indicato il tema degli anni futuri che si riassume nell'attività di tutela e difesa economica della produzione. A questo punto ci sembra opportuno soffermarci sulla forza e la struttura attuale della Confederazione, con uria rapida rassegna, i cui dati sono attinti, per la maggior parte, dagli atti ufficiali del1'organizzazione e in special modo dalle relazioni che, a firma dell'on. Paolo Bonomi, vengono pubblicate annualmente in occasione dei congressi nazionali della Confederazione. Nel 1956, la forza del1'organizzazione era rappresentata dalle seguenti cifre: 13.104 Sezioni periferiche, 1.615.214 famiglie associate, con 3.211.139 unità lavorative e 7.593.749 unità rappresentate. Come si vede, uno schieramento imponente e capillare, che acquista maggiore rilevanza se confrontato con la modestia delle origini (nel 1944 si avevano 139 sezioni, 70.925 famiglie associate, 106.388 unità lavorative), o solo con i risultati raggiunti alla fine del 1948 (Sezioni: 6.132; famiglie associate: 711.230; unità lavorative: 1.209 .093; unità rappresentate: 2.311.497). Circa la struttura apprendiamo, dalla relazione presentata dal1'on. Bonomi nel 1957, che nell'ambito della Confederazione aginenti delle commissioni consultive, furono quasi tutti scelti dai prefetti su indica-· zione « bonomiana »; i casi di mancata iscrizione• nelle liste degli elementi ritenuti insicuri (si contarono a decine di migliaia, come pure numerosi furono i casi di inclusione di elementi che non avevano diritto al voto. A protestare non furono solo i coinunisti, i quali portarono la questione in- Parlan1ento, ma ì repubblicani, molti socialdemocratici (energica fu la presa di posizione della UIL-Terra) e perfino alcuni liberali. Tutto ciò fra il silenziq della grande stampa di informazione che, salvo qualche rarissin1a eccezione (La Stampa, ad esempio, che raccolse le proteste di agricoltori pien1ontesi), era tutta intenta ad esaltare il protagonista di quella che fu presentata all'opinione pubblica come una battaglia contro il comunismo. 16 Q . ' ggi, art. c1t. 99 Bibiiotecaginobianco
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