Nord e Sud - anno XVIII - n. 138 - giugno 1971

Vittorio Barbati il massimo reddito totale, il massimo, reddito :Pro capite, il massimo co-nsumo pro capite e l'accu·mulazio·ne del capitale nazionale. La seconda ha per obiettivo la di1stribuzio 1 ne e ridistribuzione del reddito, in mod'o da accrescere, con la riduzione delle disuguaglianze fra i redditi dei singo,li individui, l'utilità del reddito nazionale. Fra questi due ordini di o,biettivi, esistono delle interrelazioni strettissime. Il massimo reddito pro capite è collegato sia alla politica di produzio11e che alla politica di distribuzione. Alla p·oilitica di produzio•ne, perché, oltre ad· essere una co1 mpo 1 nente del reddito totale, esso è anche un fattore determinante del massimo 1 co,~sumo pro capite e quindi della produzione (che può trovare sufficienti sb,occhi interni so,ltanto quando la cerchia dei consumatori è sufficientemente am·pia). È collegato alla po,litica di distribuzione, perché questa, mediante la sua azio,ne cor~ettiva, tende ap:punto a co1 nseguire tale risultato. Il disco 1 rso1 è mo·lto co,mp1esso, e non p·uò essere esa11rito1 in un articolo. Tuttavia si può sottolineare qualche altra relazio,ne impo,rtante. Sulla politica di p·roduzione, così co·me su quella di distribuzione, gravano, dei costi la cui entità è in rap 1 porto all'entità dello sforzo che lo Stato co,mpie per attua,rle_. no,nché, naturalmente, in rapporto all'efficienza dell'o 1 rganizzazione statale. La questione, tuttavia, non è così sem·plice co,me potrebbe apparire. Infatti, quando si parla di costi dell'azione statale, non ci si p·uò riferire soltanto ai costi, fissi e variabili, che lo Stato sopporta per esplicarla; bisogna collegare tali costi con quelli che pesano sulla collettività per la sottrazione di riso,rse - altrimenti impiegabili in modi differenti - che lo Stato o,pera per procurarsi i mezzi necessari alla sua produzione di servizi in.dividuali e talvolta anche di beni. Senza parlare poi dei co,sti che la collettività deve sopportare se queste riso,rse vengono impiegate poco razio·nalmente, eventualmente creando 01 aggravando ,delle diseconomie esterne. Si voglia o non si voglia, si è co1 stretti ad ammettere, a questo p,unto, che la necessità di val,utare, ser1za astrazioni ideologiche o dottrinarie, la convenienza per la collettività dell'azione pubblica è una neoe,ssità vitale. Se consideriamo le cose in questi termini, la politica di p1 ro,duzione e la politica di distribuzione dello Stato appaiono co:me devo,no, o dovrebbero, essere: delle politiche di equilibrio e .di razionalizzazio,ne, da attuare in funzio,ne dello svilup,po glo,bale del sistema eco,no,mico, nel quadro di una visione am,pia, uni,taria e coordinata. Ed appaio,no anche, cosa molto importante, come le due faoce di una stessa- medaglia. Per attuare la sua politica economica, lo Stato p•uò avvalersi di vari strumenti e di varie co·mbinazioni fra tali ,strumenti. Può assumere cli48 Bibiiotecaginobianco

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